09 Agosto 2015, 04:58
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CATANIA- Un cartone come casa. Ignazio ha lavorato 30 anni in Toscana come manutentore esperto di strutture turistiche. Quando la ditta in cui lavorava è fallita, il 12 luglio del 2014, è rimasto letteralmente per strada. “Stavo diventando matto -racconta a Livesicilia- all’improvviso mi è crollato tutto, la notte non riuscivo a dormire, mi chiedevo cosa avessi fatto per meritarmi quello che mi stava accadendo, perdere la dignità, da un giorno all’altro”.
OGNI GIORNO UNA LOTTA. Ignazio non è un clochard, non è un alcolizzato, non si droga, è semplicemente un uomo che ha perso il lavoro. Aveva la sua autonomia, la sua dignità. Con lo stipendio viveva come una persona normale, magari pensando al futuro da pensionato dopo una vita di sacrifici. Adesso si aggira come un fantasma nel Corso Sicilia, la strada degli uomini d’affari.
Fa colazione alla Caritas, dove è possibile fare anche la doccia.
Pranzo alle 16.00 dalla Suore e poi inizia il pomeriggio, lungo, ma mai come la notte.
La notte si corica sempre tardi e dorme pochissimo. Entra in quel cartone, chiuso con uno spago, che in estate si trova sullo spiazzale alle spalle della Banca D’Italia. Il cartone resta aperto al centro, in quel modo può guardare soltanto verso il cielo, e pensare.
“NIENTE PIAGNISTEI, VOGLIO LAVORARE”. Ignazio vuole ricominciare, e ci prova ogni giorno: “Ho fatto tutti i lavori esistenti e sono pronto ancora oggi a farli, ho qualche conoscente che mi chiama per piccole manutenzioni domestiche. Ho provato ad andare nei campi, ma nessuno mi fa lavorare perché sono italiano, hanno paura di una vertenza, preferiscono sfruttare in nero i migranti, che sono senza documenti”.
COME AIUTARLO Quello che è successo a Ignazio potrebbe capitare a tutti. Non vuole l’elemosina, vuole lavorare. Può inviare il curriculum ed effettuare colloqui, parla bene l’italiano. Inviare sms al 3403998603 o scrivere a redazione@livesiciliacatania.it
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09 Agosto 2015, 04:58