“Mi chiesero il pizzo | Ora vogliono screditarmi”

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04 Ottobre 2010, 13:26

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Ho denunciato il mio estortore, e dopo un anno e mezzo me lo sono ritrovato come ‘concorrente’“. La storia di Giorgio Scimeca risale a cinque-sei anni fa. Il teatro delle vicende è Caccamo, quello in cui ripercorrere quei fatti, invece, è il Festival della legalità, in corso a Villa Filippina, a Palermo. “Io gestisco un bar, e sono stato l’unico, a Caccamo, a denunciare i miei estortori”. Il risultato di quella denuncia? “L’uomo è stato arrestato – racconta Scimeca – e condannato a quattro anni di carcere, in primo grado. Poi l’appello e l’indulto hanno ridotto la pena. Ha scontato solo un anno e due mesi, quindi è tornato libero”.

E una volta libero, l’uomo che andò a esigere il pizzo, diventò un concorrente di Scimeca: “Decise di aprire un bar, vicino al mio. Voleva farmi concorrenza. Poi ha chiuso, evidentemente in quel tipo di affari non è abile”. Da allora, metà del 2005, Scimeca (che nel 2007 raccontò i fatti anche al Maurizio Costanzo Show) non ha più subito tentativi di estorsione. Ma le “pressioni”, comunque, non sono mancate: “Cercano di screditarmi. Mi indicano come un ‘infame’, amico degli sbirri. Una volta, in passato, avvicinarono  anche il mio personale. E stranamente, in quel periodo, qualche volta i dolci sono venuti ‘senza zucchero’…”.

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Insomma, la vicenda, non è ancora finita: “La mafia non si vede. Anche se giri per Palermo, credi di trovarla? O la gente pensa che gli estortori bussino alla tua porta chiedendoti il pizzo palesemente? Tutto è molto più sottile, più sfumato…”. Scimeca torna per un attimo a quei giorni: “Venivano da me come amici, mi dicevano ‘sai, c’è qualcuno che ti vuole bruciare il negozio, se vuoi ti aiuto’. E ovviamente, l’aiuto voleva essere ‘ripagato'”. Dalla sua denuncia, nessuno più è tornato al suo negozio: “Sono stato uno che a Caccamo ha rotto gli equilibri. Sono stato il primo e l’unico a denunciare. Ma mi chiedo: è possibile che nessun altro paghi il pizzo nel mio paese?”.

Certamente non lo paga Scimeca, che ha trovato nelle forze dell’ordine un sostegno, un aiuto: “Carabinieri e polizia sono stati inizialmente i miei unici amici. Dal 2005, poi, con la nascita di Addiopizzo, e grazie a un manifesto dell’associazione sul quale era riportato il loro indirizzo internet, ho trovato altre persone al mio fianco. Ho contattato, infatti, i ragazzi, che mi hanno sostenuto da quale momento in poi. E ancora oggi mi stanno vicino” E al Festival della legalità, un “grazie”, insieme a una richiesto di maggiore controllo del territorio, arriva dritto al questore Alessandro Marangoni e al comandante Teo Luzi, presenti nel primo incontro di oggi. Ma a Caccamo, secondo quando racconta Scimeca, non tutti la pensano come lui: “A volte affronto difficoltà superiori ad altri miei ‘colleghi’. Legalità è rispetto per le regole. Io lo faccio, mettendo ‘in regola’, appunto, tutto i miei dipendenti. Non tutti lo fanno. Ed è chiaro che io affronto spese superiori a chi, invece, evade o aggira le leggi”. E a queste spese, probabilmente, potrebbe aggiungersene un’altra: “Presto scade il contratto d’affitto del locale dove ho la mia attività. Che strano, per il rinnovo mi hanno chiesto il doppio di quanto pago attualmente…”.

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04 Ottobre 2010, 13:26

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