Catania

Miccichè: “All’Ars pronta la legge per il contrasto alla povertà”

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31 Maggio 2021, 15:28

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CATANIA – L’occasione è l’arrivo in aula della legge regionale per la povertà, previsto tra qualche giorno: Gianfranco Micciché fa un tour di due importanti realtà catanesi che dell’impegno per i bisognosi hanno fatto la propria ragione d’essere, la Comunità di Sant’Egidio e il Banco Alimentare. Il presidente dell’Ars ne approfitta per ringraziare il presidente della comunità di Sant’Egidio, Emiliano Abramo, e annuncia nuove misure per allentare la pressione su chi ha difficoltà a rimettersi in carreggiata dopo l’anno di crisi pandemica.

L’incontro

Micciché arriva nella sede catanese di Sant’Egidio appena dopo mezzogiorno, tra il via vai di volontari che organizzano e distribuiscono cibo. Inizia subito ricostruendo l’iter della legge che sta per approdare in parlamento regionale: “Un anno fa conobbbi Emiliano Abramo, che mi disse che la sua comunità stava distribuendo molti più pasti ai bisognosi a causa della crisi. Poi sono arrivati i dati di Eurostat, che ci hanno confermato che Sicilia e Campania sono le regioni in assoluto più povere d’Europa, quindi era necessario che prendessimo delle iniziative. Dopo un breve periodo di discussioni nacque l’idea di fare un disegno di legge per la povertà, ma io non volevo che fosse una legge di partito, doveva essere la legge di tutta la Sicilia”.

Micciché racconta di aver arruolato lo stesso Abramo come consulente gratuito e di aver spinto il parlamento a un tipo di lavoro inedito: “Ho fatto qualche forzatura. Ad esempio, questa è l’unica volta che un Ddl è stato discusso ed emendato interamente in commissione, la sesta. Tutto quello che c’era da dire è stato detto lì, all’aula resta solo da dire se approva o no la legge”.

Questa “forzatura” deriva dal pericolo che la legge potesse naufragare sotto le mosse politiche dei singoli deputati regionali: “ In aula può capitare che degli emendamenti vengano bocciati per motivi politici, non tecnici – racconta Micciché – perché i singoli deputati si posizionano rispetto ai movimenti politici del momento. Per cui a volte le leggi vengono rovinate da emendamenti che non c’entrano, e che il presidente dell’Ars chiaramente non può impedire. In questa occasione, e solo in questa, io ho preteso di fare una cosa seria, e dunque non potevamo rischiare per colpa di questi tecnicismi”.

La legge

Nel corso della conferenza stampa sia il presidente dell’Ars che quello di Sant’Egidio illustrano i punti fondamentali della nuova legge, che individua tre linee di intervento contro la povertà: l’emergenza alimentare; il mondo dei senzatetto e dell’emergenza abitativa; l’assenza di socialità, ovvero il recupero di zone di socializzazione, oratori, centri per anziani e in genere luoghi di socializzazione. Per lavorare su questi tre temi, il Ddl 990 autorizza la Regione a spendere in totale dieci milioni di euro all’anno, che possono essere integrati con risorse extra – regionali e contributi di soggetti pubblici e privati.

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Le somme e gli immobili regionali che la legge autorizza a dare in comodato d’uso o comunque a utilizzare per la lotta alla povertà andranno a enti, associazioni e fondazioni già accreditate nel campo dei servizi sociali. Agli enti che già negli ultimi tre anni abbiano percepito fondi regionali per il sostegno ai bisognosi è riservata una quota del 25 per cento del finanziamento totale annuale previsto dal Ddl.

Sia Micciché che Abramo hanno sottolineato che la legge prevede la rendicontazione di ogni spesa. “Certo, abbiamo dato il via libera anche alla rendicontazione di bollette di luce e gas per chi ne ha bisogno, ad esempio parrocchiani in difficoltà – dice Micciché – proprio perché la situazione che ci troviamo ad affrontare è grave. Certo, poi faremo i controlli a campione”.

Altri modi per aiutare chi è in difficoltà

L’approvazione della legge in una delle prossime sedute, in altre parole, garantirebbe alla lotta alla povertà dieci milioni all’anno per i prossimi tre anni: finanziamenti che arriverebbero ben oltre il limite dell’attuale legislatura regionale, in scadenza tra poco più di un anno. Lo stesso Gianfranco Micciché annuncia altre misure per rispondere alla situazione di crisi, sociale ed economica, in cui la Sicilia si è trovata a causa della crisi pandemica: “Vorrei organizzarmi con le forze dell’ordine per vedere se è davvero il caso, in questo periodo, di contestare anche i piccoli casi di irregolarità, soprattutto per persone che lavorano con difficoltà. Ci sono situazioni che più che con l’occhio da maresciallo andrebbero viste con l’occhio del padre di famiglia: fare chiudere i locali per stupidaggini non ha senso, perché rovinare famiglie intere che lavorano in questo momento è una cosa che non possiamo permetterci”.

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31 Maggio 2021, 15:28

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