26 Giugno 2012, 20:40
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“Sono legato alle figure di Falcone e Borsellino non meno di quanto lo siano tutti i cittadini onesti di questo Paese e nessuno si può permettere di usare la mia affermazione per ergere una specie di muro divisorio tra buoni e cattivi o – parafrasando Sciascia – per fare di una frase una corda e impiccarci un uomo, anziché limitarsi a condividere o meno l’idea, secondo le regole del confronto aperto e civile”. Così il leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè, nell’ultimo post del suo blog ‘Sud’, replica al presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta che, in un passaggio del suo intervento, ieri sera alla biblioteca comunale di Palermo, in ricordo di Paolo Borsellino, ha detto: “A Gianfranco Miccichè, che è tornato a dire che non è stata una scelta indovinata di marketing avere dato il nome di Falcone e Borsellino all’aeroporto di Palermo, chiedo quale pubblicità fanno i politici, che anche lui ha indicato, a questa nostra città condotta al disastro”.
“Vorrei ricordare al dottor Guarnotta che, appena due mesi dopo la mia affermazione – aggiunge Miccichè -, un articolo pubblicato dal mensile francese Elle sottolineava la strana cultura della morte di noi siciliani, la nostra propensione a piangerci addosso e a farci del male, chiudendo l’articolo testualmente con: ‘d’altro canto per capire i siciliani basta dire che il loro aeroporto ha il nome di due magistrati uccisi’. Io non credo – prosegue – che noi siciliani si abbia la cultura della morte e quindi ripeto che quello è un vero e proprio errore di marketing. Poi, se si vuol continuare a polemizzare su un’affermazione fino agli estremi di giudizi sommari, se si vuol continuare a specularci sopra si faccia pure, del resto questo è un Paese che vive di sterili polemiche”.
Per MIccichè, l’Italia “è un Paese che muore di mala politica e di cattivi politici, forse me compreso. In questo ha ragione Guarnotta. Non metto in dubbio di avere commesso degli errori, ma sempre in buona fede. Capita che un buon medico o un buon professionista poi non renda altrettanto bene nell’amministrare un Ente o una città; purtroppo lo si scopre dopo. Ma niente lezioni – evidenzia -, dottor Guarnotta! La politica sceglie, ha il dovere di scegliere e purtroppo a volte quelle scelte non si rivelano giuste e stia tranquillo che l’elettorato non te lo perdona. Come nella magistratura, del resto – conclude Miccichè -, anche lì talvolta si fanno delle scelte non giuste, anche lì ci sono magistrati che fanno una cattiva pubblicità al Paese. L’unica differenza è che nel vostro mondo quando qualcuno sbaglia non c’è nessuno che lo fa pagare”.
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26 Giugno 2012, 20:40