PALERMO – “Ero certo del rinvio a giudizio e considero assolutamente di non aver commesso alcun reato. Ma il pubblico ministero non si deve permettere di dire che ho arraffato qualcosa, non lo considero un termine utilizzabile nei miei confronti”.
Gianfranco Miccichè commenta a caldo il rinvio a giudizio con l’ipotesi di peculato e falso per l’utilizzo dell’auto blu dell’Ars.
Miccichè: “Pronto al processo”
Secondo la Procura di Palermo, Miccichè avrebbe usato l’auto blu per fini non istituzionali, né di rappresentanza: dal trasporto di medicinali e piante ai passaggi dati a conoscenti e amici. Sono 33 i viaggi contestati.
“Io la macchina – dice a LiveSicilia l’ex presidente dell’Ars – come da regolamento l’avevo di rappresentanza, se anche avessi portato il gatto non lo considererei un reato. Mentre è giusto che si faccia il processo sul profilo della truffa, ma io ne ero all’oscuro”.
Le ‘missioni fantasma’
Altro punto contestato sono le ‘missioni fantasma’. “Possibile che ci siano state – dice Miccichè – ma l’autista mi faceva firmare le missioni, io firmavo quelle corrispondenti ai viaggi a Sant’Ambrogio, mi sono fidato delle firme che mi facevano mettere. Se questo è un reato ho firmato cose che non andavano firmate, come ho dichiarato, non ne sapevo nulla”.
L’ex presidente dell’Ars non ha dubbi: “Tutto il resto non lo considero un reato. Mi difenderò con educazione nel processo. Spero che lo stesso avvenga da parte del pubblico ministero, che non si deve permettere di dire che ho arraffato qualcosa, non lo considero un termine utilizzabile nei miei confronti”.
La nota ufficiale
L’ex presidente dell’Ars, dopo l’intervista con LiveSicilia ha diramato una nota ufficiale: “Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana”.
“Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito – ha aggiunto – e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione.
Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni”.
“Sono però amareggiato – ha concluso – da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il p.m. avrei arraffato quanto più possibile, Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti.
Caso auto blu: Miccichè rinviato a giudizio. Il suo ex autista condannato