“Sì ai termovalorizzatori | solo se non c’è la mafia”

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06 Ottobre 2012, 10:55

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PALERMO – La vittoria di Raffaele Lombardo nel 2008? “C’era tutto un quadro che il signor Lombardo aveva garantito e dopo due mesi l’ha fatto saltare”. Parole di Gianfranco Miccichè, ripreso da Gregorio Valvo, collaboratore di Grande Sud, che con il telefonino lo ha filmato di nascosto quest’estate. È questo il famoso videotape che Rosario Crocetta, avversario di Miccichè nella corsa a Palazzo d’Orleans, aveva annunciato di possedere. “E’ la prova che Miccichè vuole fare i termovalorizzatori” aveva tuonato l’ex sindaco di Gela, promettendo di mostrare il filmato dello scandalo.

Miccichè però lo ha anticipato. E con una mossa da scacchista, stamattina ha fatto convocare i giornalisti per mostrare lui stesso quel videotape che lo avrebbe dovuto incastrare. Solo che alla proiezione del video dello scandalo, il protagonista assoluto, ovvero lo stesso Miccichè, ha preferito non farsi vedere. Quella andata in onda al cinema Tiffany è una scena surreale. I cronisti (tra cui si erano mimetizzati anche due membri dello staff di Crocetta), non potendo incontrare e intervistare Miccichè, si sono dovuti accontentare di vederlo proiettato in bianco e nero sul maxi schermo, mentre nel video rubato, arringa l’ex assessore all’agricoltura Titti Bufardeci (che non compare, ma di cui si sente la voce) nella sua casa di Cefalù.

Un cortometraggio di dieci minuti fatto di battute al vetriolo, analisi politica e retroscena inediti. Un filmato rubato che nei mesi scorsi era stato pubblicato per poche ore da un blog di Siracusa. Lo staff di Miccichè se n’era accorto e lo aveva fatto rimuovere. Poi però quel filmato era finito a Crocetta. E prima che l’eurodeputato del Pd lo proiettasse domattina al Politeama, durante l’inaugurazione della sua campagna elettorale, il leader di Grande Sud ha deciso di fare outing. “Se i miei avversari hanno deciso di iniziare una campagna fatta di falsi scoop e proclami sensazionalistici denigratori facciano pure” ha detto Miccichè nella nota, diffusa dal suo partito ai giornali.

In quel videotape, l’ex ministro fa effettivamente cenno ai termovalorizzatori. Ma parla anche di Cosa Nostra. Il passaggio caldo è tutto contenuto nel racconto di un duplice incontro che l’ex ministro avrebbe avuto quest’estate con il senatore del Pdl Pino Firrarello e con il leader del Cantiere Popolare Saverio Romano. Sullo sfondo stanno per iniziare a delinearsi le alleanze per le elezioni regionali. “L’altro giorno venne Firrarello a parlare con me – racconta Miccichè nel video a Bufardeci – perchè io lo conosco Firrarello, e lo so che aveva bisogno di parlarne a solo e il signor Romano pure! Abbiamo messo sul tavolo, non abbiamo parlato di politica, per essere molto chiari. Gli ho detto: guardate io sarò impegnato nel funzionamento della macchina organizzativa. L’unica cosa che vi metto per iscritto è che non entra la mafia in questa macchina organizzativa. Mai si potrà dire che non si fanno i termovalorizzatori perché c’é la mafia. Si fanno solo se non c’é la mafia. Poi per quanto mi riguarda faccio quello che volete, lo scriviamo prima: l’ho detto a lui e l’ho detto a Romano. Poi se sono utili non mi creo problema se tu ci guadagni e l’altro pure”. Un passaggio delicato, che ha immediatamente scatenato la replica di Romano che ha invitato Miccichè “a smentire quanto ha riferito nei miei riguardi perche’ non ho mai incontrato Micciche’ insieme a Firrarello ne’ tantomeno ho mai parlato con lui di termovalorizzatori, sulla cui utilita’ mi sono sempre espresso, pubblicamente”.

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Ma oltre al retroscena del presunto incontro con Romano e Firrarello (che oggi appoggiano la candidatura di Nello Musumeci) in quel video c’è anche dell’altro.

L’ex luogotenente di Silvio Berlusconi in Sicilia spiega ai suoi interlocutori i segreti della sua oratoria. “Io quando lavoravo in Fininvest ho fatto tre corsi importantissimi di vendita. Il corso si chiamava Keiser. Ti dicevano tutte le cose che serve dire per potere vendere. Se tu assisterai ad un mio comizio tu ti accorgerai che io oggi vado al naturale. Ma io ogni 12 minuti faccio una battuta. Perchè so che l’attenzione cala”. Quindi racconta delle sue relazioni con l’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.

“Io devo fare passare il meccanismo – spiega – che sono le mie relazioni. Io ho tutta una serie di relazioni, che non ha nessuno. Perchè io ho Montezemolo che mi chiama e mi fa gli scherzi telefonici: pronto La Repubblica, ma lei è amico di Dell’Utri? E io gli dico: guardi io per ora con voi non parlo. No, dice lui, ci deve rispondere. Ed era lui che materialmente mi rompe la minchia”. Poi. tra una risata e qualche altro aneddoto colorito, Miccichè inizia a parlare sul serio della sua corsa a palazzo d’Orleans. “Ho un fratello che è il capo di Banca Intesa, che non lo posso sottovalutare. Non lo posso dire in campagna elettorale ma lo devo fare passare. Non è che lui piglia i soldi di Banca Intesa e mi li da: ma mi organizza un tavolo con i quattro principali imprenditori d’Europa. Il signor Crocetta non lo so chi si può mettere attorno”.

Quindi l’oggetto del discorso viene spostato sul fronte tutto interno al centro destra. “Cascio? Lo faccio perdere, gli vado contro, è una questione di storie personali”. Il video, infatti, è stato girato quest’estate, quando all’orizzonte sembrava delinearsi la candidatura del presidente dell’Ars Francesco Cascio. “Se io mi candido ho subito mezzo Pdl con me, alla fine se la tagliano” spiega Miccichè ai suoi interlocutori. Poi parla della mancata candidatura a presidente di quattro anni fa. “Ricordatevi – dice – che io non sono stato presidente, non perchè ho offeso Cuffaro: minchiate! Perchè non sarebbe intervenuto Calderoli per avere Lombardo presidente. Non sarebbe intervenuto Matteoli. Non gliene fotteva niente di Cuffaro. Ma perchè c’era tutto un quadro che il signor Lombardo aveva garantito e dopo due mesi l’ha fatto saltare. Il problema è tutto quello”. Quindi il leader di Grande Sud confida ai suoi sodali anche gli obiettivi che si è prefissato per le elezioni. “Il nostro competitor non c’è. Dobbiamo battere Cascio e arrivare secondi. Siccome maggioranza non ne può avere nessuno dobbiamo proporci come soluzione per avere la maggioranza”. “E’ un gioco al massacro?” chiede uno degli interlocutori fuori campo. “Non al massacro – spiega Miccichè – è un gioco a salvezza. E’ gioco a parata di culo”. Più o meno come la mossa del video rubato, mostrato prima che lo facessero gli avversari.

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06 Ottobre 2012, 10:55

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