Miccichè: “E’ ora di andare oltre i partiti”

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06 Giugno 2012, 06:30

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Onorevole Gianfranco Miccichè, partiamo dal governo regionale senza più maggioranza che sta cambiando un assessore al giorno. Come valuta questa situazione?
“Mi pare che si stia tirando per le lunghe una situazione che può solo peggiorare. A meno che non abbiano ragione tutti quelli che dicono che Lombardo resti in piedi solo per logiche di nomine. Lui dice che non è così e me lo auguro. Ma credo che queste cose a livello di immagine si paghino. Quello che sta succedendo alla politica nazionale oggi è proprio questo: la gente ha l’impressione che tutto quello che si fa lo si faccia per interesse personale e non per il benessere generale”.

Eppure dalle amministrative è suonato un campanello d’allarme per i partiti, non trova?
“Sì, e fare finta che non ci sia stato significa essere oltre che strafottenti anche stupidi. Anzi, la correggo: non è stato un campanello d’allarme, ma una sirena, quelle che suonavano durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale”.

A Palermo per esempio i partiti sono stati massacrati dagli elettori…
“Non solo Palermo, ma è il dato generale a parlare. Vanno avanti i candidati senza partiti, belli o brutti che siano. Noi abbiamo vinto tre sindaci con il solo simbolo Grande Sud”.

Ma la sensazione è che di fronte a questo processo la classe politica sia alquanto smarrita…
“C’è un grande smarrirmento di una certa classe politica, di quella che vuole salvaguardare ciò che il popolo ha bocciato. E tenta di fare di tutto per trovare un rimedio a Grillo e non un rimedio agli errori che si sono fatti. Questa è l’evidenza del fatto che non c’è nessuna voglia di provare a cambiare il sistema”.

Insomma, sostiene che i partiti giochino una partita già persa?
“E’ una cosa sconvolgente. Oggi ho letto di questa proposta di presentare una coalizione Pd-Pdl-Udc per riproporre in Sicilia l’esperienza Monti. Ma la gente li manderebbe a quel paese. Oggi non devi trovare una nuova formula vincente ma una formula di governo, far capire alla gente che c’è qualcuno che lavori nell’interesse collettivo”.

Quindi per le prossime regionali lei vede altre formule?
“E’ troppo presto per parlare delle prossime elezioni regionali. A Palermo abbiamo visto che formule politiche sono state sciolte una settimana prima della presentazione delle liste. Ma oggi come oggi quello che sto proponendo è una soluzione dentro la politica. All’internodella quale c’è gente brava, capace. Se avessi la bacchetta magica farei un qualcosa che vada oltre le coalizioni, oltre i partiti. Riunire i politici migliori, me ne fregherei altamente del fatto che vengano dal centrodestra o dal centrosinistra. È questa l’unica possibilità per uscire da questa melma”.

E lei resta candidato alla presidenza della Regione?
“Dopo questa esperienza delle amministrative o io riesco a mettere in piedi l’unico progetto che ritengo possibile oppure vediamo. Non mi voglio candidare per forza. Mi voglio candidare perché ho un progetto che credo possa avere una riuscita. Altrimenti, non è non credo che ne valga la pena. Io sto pensando a un progetto non alla mia candidatura. E non andrò davanti agli elettori con un progetto finto”.

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Lei ha detto che se si candidasse Piero Grasso sarebbe il primo a votarlo…
“Potrebbe essere certamente uno di quei candidati che ti dà una garanzia di pulizia, Ma non solo. Avrebbe un peso, potrebbe presentarsi al govenro nazionale e ottenere delle cose che alla Sicilia servono. Sono sicuro, per esempio, che non perderebbe i fondi europei. Ma lo considererei una sconfitta della politica”.

L’idea di un progetto che superi gli steccati dei partiti e delle coalizioni incontrerà parecchie resistenze, non trova?
“Vedo molto più che resistenze. Infatti non mi interessa farlo con i partiti. O si ha la forza di farlo a prescindere dai partiti oppure è inutile”.

E se invece si andasse al voto con le vecchie coalizioni?
“Chiederei di avere come unico alleato il popolo siciliano. La politica non è fatta di vittorie, ma di battaglie. Grillo non sarebbe esistito se ci fosse stata una logica diversa nel fare politica da parte di questi soloni. E io in giro non sento fare ragionamenti di autocritica”.

Non trova che per come si sono messe le cose alla Regione sarebbe meglio anticipare il voto?
“È esattamente ciò che sto chiedendo. A mio avviso si dovrebbe fare, eccome”.

Ma non c’è il rischio che all’Ars arrivino due mozioni di sfiducia, una da destra e una da sinistra, e che le due opposizioni a Lombardo per non votare la mozione altrui alla fine tengano in piedi il governo?
“Se i miei di Grande Sud fanno così li licenzio subito. Un simile errore lo escluderei. Il pericolo è piuttosto che si presenti una mozione che non passi. Il che rafforzerebbe il governo. Deve esserci la certezza che sia vincente”.

In campagna elettorale per le amministrative di Palermo si parlava, e lei stesso ne ha parlato, di costruire una casa dei moderati col Pdl e l’Udc. Com’è finita?
“Non ci credo più, è sbagliato. I risultati che ci sono stati mi dicono che obiettivamente mi sbagliavo. Il responso del cittadino è stato assolutamente negativo. È un momento difficile: se la politica ha l’intelligenza di capire che stiamo parlando di una cosa seria, bene, oppure la vedo male per tutti”.

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06 Giugno 2012, 06:30

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