23 Aprile 2010, 12:47
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Gianfranco Miccichè ieri era pronto a intervenire dal palco per spiegare ai componenti della direzione nazionale del Pdl le ragioni dello ”strappo” nel partito in Sicilia, ma dopo la lite tra il premier Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini – che ha citato proprio la vicenda siciliana come esempio del malessere all’interno del partito – il sottosegretario ha preferito rinunciare. E’ quanto trapela da ambienti vicini a Miccichè, che è rimasto a Roma, da dove si mantiene in contatto con gli esponenti del partito a lui vicini, in attesa di avere un quadro più chiaro rispetto all’agenda politica di Berlusconi. Miccichè avrebbe dovuto parlare per una decina di minuti. La sua intenzione era di ribadire la propria lealtà a Berlusconi, giudicando positivo il progetto del premier di creare il Pdl ma sostenendo che poi qualcosa nel partito non ha funzionato. Il leader del Pdl Sicilia avrebbe spiegato che a spaccare il partito nell’isola sarebbe stata la decisione del Pdl di non sostenere più il governo di Raffaele Lombardo (Mpa). Una scelta che, secondo il sottosegretario, avrebbe tradito il volere degli elettori del centrodestra e tra l’altro non sarebbe mai stata avallata da Berlusconi. Il premier, avrebbe ricordato Miccichè, finora non ha preso posizione ufficiale sul caso Sicilia, sebbene sia trascorso un anno dallo ”strappo”, cioè da quando all’Assemblea regionale è nato il Pdl Sicilia che appoggia Lombardo, mentre il gruppo parlamentare del Pdl è all’opposizione. Miccichè, insomma, sarebbe stato pronto a ribadire alla direzione del partito che la sua lealtà nei confronti di Berlusconi e degli elettori del centrodestra non è in discussione e anzi è alla base delle sue scelte politiche all’interno del partito. Il sottosegretario avrebbe confidato ai suoi uomini che comunque la lite tra Berlusconi e Fini, alla fine, ha ugualmente acceso i riflettori sulla questione Sicilia.
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23 Aprile 2010, 12:47