24 Aprile 2018, 20:12
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PALERMO – È uscita “snella” dalla giunta, è ingrassata a dismisura in commissione bilancio, ma è stata subito “messa a dieta” dal presidente dell’Ars. Gianfranco Miccichè ha deciso lo stralcio di oltre una ventina di norme della Finanziaria, mentre altre sarebbero completamente da “riscrivere”. E tra queste, ecco molti contributi “a pioggia”, per singole questioni. In molti casi, per la presidenza dell’Assemblea, quelle norme erano a forte rischio di incostituzionalità, mentre tante altre “poggiavano” su una copertura finanziaria incerta: soldi non regionali, ma nazionali o europei, che hanno finalità e procedure specifiche per la spesa.
Le norme a rischio incostituzionalità
L’articolo 19 prevede la possibilità di istituire nei Comuni la figura dell’Economy manager. Due commi dell’articolo 24, quello sull’esenzione del bollo auto, prevedono un trattamento specifico per le vetture della Regione. Altro comma cassato è relativo alle “norme in materia di semplificazione amministrativa per le strutture di vendita” e riguarda in particolare le grandi strutture. Viene cassata la norma che di fatto “toglieva” alla Regione il controllo del Parco d’Orleans, una norma voluta da Crocetta che al momento rimane nel testo. Cancellato l’articolo che attribuiva la qualifica di Ufficiale di polizia giudiziaria al personale del Corpo forestale siciliano e quello che prevedeva provvedimenti di edilizia agevolata per i rappresentanti delle forze dell’ordine. Viene stralciata anche la norma che prevede il referendum per l’approvazione delle leggi di iniziativa popolare: andrà esaminato in un disegno di legge organico da approvare con procedura rinforzata a maggioranza assoluta dei membri dell’Ars, come previsto dallo Statuto.
Copertura incerta
Messi da parte al momento una sfilza di articoli, per un motivo diverso: la copertura finanziaria infatti era stata individuata attingendo a fondi extraregionali, sia nazionali sia comunitari. In questo caso, quindi, serve una verifica della compatibilità del provvedimento con le finalità e le procedure di spesa dei fondi a cui la legge fa riferimento. In questo caso, Miccichè invita la Commissione bilancio a inserire queste norme in un unico disegno di legge. E le norme come detto sono tante.
Tra cui quelle con le quali si destinano 20 milioni al Comune di Messina per l’emergenza idrica, 14 milioni per la redazione dei piani regolatori e dei piani di utilizzo del demanio marittimo, 24 milioni per il “recupero e la tutela del territorio”, 13 milioni per gli impianti sportivi siciliani, 10 milioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche, 1,3 milioni per l’aeroporto di Comiso, 3 milioni per il potenziamento dei presidi ospedalieri nelle zone a rischio ambientale, 20 milioni come fondo di rotazione per la progettazione negli enti locali, altri 25 milioni al Comune di Messina per acquisire e bonificare l’area ex Sanderson di proprietà dell’Esa, ancora 40 milioni per la riqualificazione urbana sempre di Messina, 20 milioni per i rifugi sanitari, 50 milioni per gli edifici di culto e la beneficenza, 10 milioni per il siti che fanno parte del patrimonio Unesco. E ancora, secondo la presidenza dell’Ars, l’articolo 61, che prevede un contributo al Club nautico di Gela e all’Associazione sportiva Caltanissetta corse, avendo un destinatario di natura privata specificamente individuato rischia di non superare il vaglio di costituzionalità.
Le norme da riscrivere
Ci sono poi altre norme che, così come sono finite nel testo, secondo Miccichè non possono essere esaminate. Ma una loro riformulazione potrebbe consentirne un “salvataggio”. Si tratta innanzitutto dell’articolo 8, “Interventi per la prima casa” e la modifica dovrebbe riguardare i requisiti per accedere al beneficio nonché alle modalità di attuazione della norma; del resto già gli Uffici dell’Ars avevano sottolineato la possibile incostituzionalità nella norma che era destinata solo alle coppie formate da meno di tre anni. Da riscrivere anche il comma 6 dell’articolo che prevede l’assunzione degli ex Pip in Resais: la norma prevedeva la possibilità di rientrare nell’elenco degli assunti anche per i precari che erano fuoriusciti dal bacino grazie alle agevolazioni della Regione. Una riscrittura servirà, per evitare che sia incostituzionale, anche per la norma che prevede la stabilizzazione dei Forestali impiegati in 151 giornate nel bacino degli Operai a tempo indeterminato. L’articolo 87 che prevede le “zone franche della legalità” dovrà passare da una intesa col Ministero dell’Interno. Tutto da rifare.
*Aggiornamento ore 20.44
La manovra è stata incardinata dall’aula ‘aula che è stata riconvocata per le 13 di giovedì. Sono 33 gli articoli stralciati. Il termine per gli emendamenti da presentare è stato fissato per le 12 di giovedì.
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24 Aprile 2018, 20:12