Elezioni, Miccichè: "Vorrei restare ma Roma chiama" - Live Sicilia

Miccichè: “Mi piacerebbe restare ma Roma chiama…”

La scelta tra l'Ars e il Senato
LE REGIONALI
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PALERMO – “Io resterei volentieri, come ho già detto di voler fare. Ma da Roma mi stanno chiedendo di impegnarmi nel partito a livello nazionale. A me piacerebbe restare in Sicilia, vedremo…”. Il leader siciliano di Forza Italia e presidente dell’Ars uscente Gianfranco Miccichè, in due interviste al Giornale di Sicilia e a La Sicilia, apre all’ipotesi di optare per il Senato e di non tornare all’Assemblea regionale come aveva annunciato nel corso della campagna elettorale.

Dopo avere ricevuto i complimenti di Berlusconi per il risultato in Sicilia Miccichè non esclude di passare la mano come coordinatore regionale del partito (“in Forza Italia non ci sarò io a vita”) e sottolinea di essere in assoluta sintonia con il presidente della Regione: “Quello fra me e Renato Schifani – dice al Giornale di Sicilia – è un rapporto di grande intelligenza reciproca. I nostri rapporti sono ottimi, qualunque sarà il mio ruolo”.

Miccichè, che è stato protagonista di duri scontri con il governatore uscente Nello Musumeci, si dice sicuro della tenuta della coalizione di centrodestra all’Ars: “Renato ha una grande dote, un’arma in più: lui parla con tutti a differenza di Musumeci e utilizzando questo metodo non potrà che essere un ottimo presidente. Sono certo che avrà rapporti positivi con tutti. Il risultato della coalizione è eccellente, schiacciante. Ma quello che mi fa più piacere è smentire chi voleva mettere zizzania fra di noi utilizzando lo spettro del voto disgiunto contro Schifani. Non c’è un partito trasversale che ha remato contro, il voto disgiunto si è fermato a percentuali fisiologiche. La coalizione è stata unita”.

A La Sicilia Miccichè conferma che volere “essere utile alla Sicilia e al mio partito” e che “non entrerò nel governo Meloni”. “Con Fratelli d’Italia – spiega – ho avuto uno scontro troppo violento negli ultimi mesi, non è corretto né per me né per loro. Meglio evitare…”. Su Giorgia Meloni spiega che “è di una bravura strepitosa. Non sarà un’estremista di destra, ma una vera premier. Se la lasciano in pace può fare bene, se la fanno cadere come Berlusconi ci resta la certezza che non ci sarà un rigurgito di draghismo. Facciamo la nuova legge elettorale proporzionale in un mese e torniamo a votare. Io – rivela Miccichè – avevo detto a Berlusconi: vinco le elezioni e poi lascio. E sono pronto a fare quello che ho detto, a maggior ragione se andrò a Roma. Poi, certo, mi chiederanno di trovare un’altra persona. Ma magari a quel punto il problema ce l’avrà Forza Italia in Sicilia”.


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