08 Febbraio 2017, 20:21
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PALERMO – “Le primarie non mi piacciono. Ferrandelli? È un capitolo chiuso”. Il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché ha appena incontrato il gruppo parlamentare all’Ars degLi azzurri. Un incontro servito per entrare nel vivo delle scelte. Per avvicinarsi ai passi decisivi in vista delle prossime elezioni. E il leader dei berluscones in Sicilia non gira attorno alle questioni: “Appena arrivato alla riunione – racconta – i deputati regionali mi hanno chiesto, con toni anche molto appassionati, se avevo davvero intenzione di rinunciare al simbolo in vista delle amministrative. Ho risposto loro che io, ovviamente, non ci avevo mai pensato”. Anche per questo motivo, sembra naufragata definitivamente l’ipotesi di un sostegno al candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli. “Quello – conferma Micciché – è un capitolo chiuso. Noi stiamo lavorando al nostro candidato. Scioglieremo le ultime riserve nelle prossime ore”. Riserve che al momento sono anche del più papabile. Gaetano Armao, però, quasi certamente sarà il prossimo candidato sindaco di un centrodestra che oggi ha però perduto un pezzo: il movimento di Salvini, infatti, si è espresso per il sostegno al giovane inviato delle Iene Ismaele La Vardera.
Ma l’incontro con i deputati regionali è servito anche per fare il punto in vista della corsa a Palazzo d’Orleans. Nelle stesse ore in cui anche a Roma big del centrodestra si stanno incontrando per verificare il perimetro della coalizione ed eventuali candidati. Lunedì, poi, a Palermo i leader della coalizione si incontreranno di nuovo. All’ordine del giorno era previsto qualche passo avanti in vista delle primarie. Ma questa competizione “interna” al centrodestra rischia di allontanarsi sempre di più. “Io sono sempre stato contrario – afferma infatti Micciché – ma sono disponibile a verificare condizioni, tempi e regole. Rimango però dell’idea – aggiunge – che la responsabilità delle scelte spetti ai partiti. In tante occasioni abbiamo vinto dopo che i candidati sono stati scelti dai partiti. Il noto 61-0 fu il frutto anche di quello: del dialogo che tiene conto delle esigenze di tutte le forze politiche”. Anzi, dalle parole di Micciché emerge anche il dubbio che, al contrario, le primarie possano avere un effetto contrario a quello auspicato: dividere, più che unire. “Le primarie finirebbero per investire un candidato – spiega – che potrebbe anche non essere poi disponibile al dialogo con le forze politiche. Se capiamo che c’è un candidato più forte degli altri, poi, perché dovremmo fare le primarie? Lo candidiamo direttamente”. I candidati forti, in realtà al momento sono due. Ed entrambi catanesi: Nello Musumeci e Salvo Pogliese, oggi, sembrano i più accreditati.
Nel corso dell’incontro, poi, si è discusso del rafforzamento delle liste nelle circoscrizioni provinciali e si è posto l’accento sul programma, che sarà stilato sia a livello regionale che provinciale. “Sulle primarie – ha commentato il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone – il gruppo parlamentare non pone veti ma chiede anche che non si facciano fughe in avanti. Dobbiamo provare ad allargare intanto il perimetro della coalizione, ferma restando la centralità di Forza Italia, che deve fungere da partito-guida. Il candidato alle Regionali? Certamente – aggiunge – va scelto tra chi, negli ultimi anni, ha portato avanti una vera opposizione a Crocetta e al Partito democratico. E deve essere scelto con uno strumento democratico. Le primarie? Il gruppo regionale si è sempre espresso per le primarie, ma – conclude Falcone – non è l’unico di questi strumenti a nostra disposizione”.
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08 Febbraio 2017, 20:21