Miccichè spariglia le carte: la guerra dei numeri all'Ars - Live Sicilia

Miccichè spariglia le carte: la guerra dei numeri all’Ars

La guerra intestina a Forza Italia è solo l'ultima rogna che Schifani deve affrontare.

PALERMO – Uno, nessuno, centomila gruppi di Forza Italia all’Ars. Pirandello non sarebbe stato in grado di scrivere un copione più complesso per il dramma andato in scena alla viglia del voto per la vicepresidenza dell’Ars. La guerra intestina agli azzurri è molto più di un piatto che il coordinatore serve (nemmeno cosi) freddo al presidente Renato Schifani, è una rivendicazione politica in piena regola che, complici i numeri ballerini in assemblea, indebolisce la maggioranza. Che, pallottoliere alla mano, si assottiglia e da 40 deputati scende a quota 36 (o 35 per via del giallo che riguarda Riccardo Gennuso che dovrebbe essere chiaro entro stamattina). 

La goccia che fa traboccare il vaso è la composizione della giunta (che oggi giurerà davanti all’Assemblea) con il passo indietro di Schifani che accetta le condizioni di FdI che arrivano dalla Capitale, cedendo sullo schema dei deputati eletti e dopo avere tenuto fuori dai giochi il “pezzo di partito” vicino al coordinatore Miccichè.  

“Si è piegato a Meloni e soci”, mugugnano i malpancisti azzurri che reputano il presidente “ormai organico a FdI”. Accusa pesantissima da digerire per un pezzo da novanta di Forza Italia come Schifani che arriva al voto in aula per l’ufficio di presidenza con il partito dilaniato. Miccichè adesso gli ruba la scena ed è pronto a raggranellare la flotta di deputati scontenti dall’esito delle trattative di questi giorni. Complice il voto segreto, l’elezione della forzista Luisa Lantieri alla vice presidenza dell’Ars si fa più complicata (anche se dal quartiere generale della maggioranza trapela un certo ottimismo per la probabile collaborazione di pezzi delle opposizioni, deluchiani in primis).

 La crepa però c’è e non è di poco conto. Ma la vera domanda rimane una e una sola: Miccichè si è mosso in totale autonomia o ha avuto un avallo da Silvio Berlusconi? Le versioni delle due fazioni in questo divergono, restando in tema pirandelliano, come le storie narrate dalla signora Frola e dal signor Ponza in “Così è se vi pare”.

Tuttavia non arriva nessuna nota ufficiale da Roma tesa a dirimere la contesa sicula (che con tutta evidenza ricalca quella romana tra i gruppi di Licia Ronzulli e Antonio Tajani). “Adesso che il gruppo azzurro ha perso un pezzo dovrà rivedere il proprio numero di assessori in giunta?” si chiedono con malizia i malpancisti che però dicono di non sentirsi fuori dalla maggioranza. Sul tavolo di Schifani ai numerosi dossier che scottano relativi ai problemi che attanagliano l’isola si aggiunge quello, in realtà mai chiuso, dei rapporti interni al partito siciliano. 


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