Miccoli, Lauricella e il debito| “Non fu estorsione, ma violenza”

di

15 Luglio 2016, 20:01

2 min di lettura

L'avvocato Giovanni Castronovo e l'imputato Mauro Lauricella

PALERMO – Il reato viene derubricato da estorsione aggravata al meno grave di violenza privata aggravata. Risultato: condanna mite – un anno pena sospesa – per Mauro Lauricella e assoluzione per Gioacchino Alioto. Entrambi, difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo e Simona La verde, sono stati immediatamente scarcerati. Le richieste di pena erano pesantissime: 10 anni per il primo e 12 per il secondo, ma l’impostazione dell’accusa non ha retto al vaglio del Tribunale presieduto da Bruno Fasciana.

Articoli Correlati

“Non ho preso soldi, non c’è stata nessuna estorsione”, aveva ripetuto più volte in aula Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa di Palermo, Antonino. “Volevo fare un favore al mio amico Fabrizio Miccoli – ha spiegato – che a sua volta stava cercando di dare una mano a un fisioterapista”. Secondo l’accusa, l’ex goleador rosanero (la cui posizione è stata stralciata) avrebbe contattato Lauricella, con il quale abitualmente usciva, per risolvere una questione legata alle quote societarie di un fisioterapista (Giorgio Gasperini) in un locale a Isola delle Femmine (Palermo), il “Paparazzi”.

Il fisioterapista aveva un credito nei confronti degli altri soci (tra cui Andrea Graffagnini) e non riusciva a riscuoterlo. L’attenzione della Procura si era focalizzata sull’incontro che sarebbe avvenuto nel retrobottega di una trattoria alla Kalsa, dove Lauricella e altre persone, tra cui Alioto, avrebbero fatto capire a Graffagnini che era meglio pagare. “C’erano alcuni soci della discoteca, quelli che dovevano dare i soldi a Gasperini – aveva spiegato il figlio del boss -. Si sono messi d’accordo tra di loro, io ero presente ma non sono intervenuto”. Dei ventimila euro che voleva indietro, Gasperini ne recuperò solo duemila. Resta aperta la posizione di Miccoli, ma la sentenza di oggi inevitabilmente dovrebbe incidere positivamente nella sorte giudiziaria del calciatore.

Pubblicato il

15 Luglio 2016, 20:01

Condividi sui social