Miceli, la sinistra che può vincere grazie al centrodestra

Miceli, la sinistra che può vincere grazie al centrodestra

Per il candidato del dopo Orlando gioca il 'suicidio politico' degli avversari.
PALERMO 2022
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Franco Miceli, ovvero il candidato sindaco del centrosinistra, di un complicato post Orlando, che ha concrete possibilità di vincere grazie (anche) al centrodestra e alle sue spaccature. Oggi pomeriggio, l’avvio della campagna elettorale a Villa Filippina: una sfida che sembrava proibitiva è diventata improvvisamente disponibilissima per le magagne del campo opposto che non riesce a trovare una sintesi su cui convergere.

Pur essendo un’ottima persona, con un passato di impegno politico rigorosamente a sinistra e un curriculum di tutto rispetto – lo ha riconosciuto anche Totò Cuffaro che milita nella coalizione di quegli altri – ardua sarebbe stata la partita palermitana del presidente dell’Ordine degli architetti, al cospetto di un centrodestra compatto e deciso a mettere da parte le beghe interne per un interesse in Comune. Ipotesi che, però, al momento, resta un’opera di fantasia.

Sarebbe bastato (ma potrebbe ancora bastare) per un avversario già operativo presentarsi in conferenza stampa con le immagini delle bare accatastate ai Rotoli, delle auto incolonnate su Ponte Corleone, dei cassonetti stracolmi di rifiuti, delle strade scassate, dei punti luce spenti: tutte evenienze che chi ha vissuto a Palermo, almeno negli ultimi cinque anni, ha sperimentato. E andare all’incasso del consenso, sull’altrui disastro.

Tuttavia, quel nome, dall’altra parte, non c’è. E, più tarda, più l’architetto dall’eloquio brillante potrà brindare al demone rissoso della fazione contrapposta che potrebbe essere condannata dai tentennamenti e dalle liti, in quello che passerebbe alla storia come un vero e proprio harakiri elettorale. Oltretutto, a questo punto, il famoso amalgama somiglia a una chimera: più verosimile appare un caotico ordine sparso.

Sempre Totò Cuffaro ha sentenziato in una intervista al nostro giornale: “(divisi ndr) si va al ballottaggio e perdiamo, chiunque sia in lizza. Il centrodestra, storicamente, vince al primo turno quando la forza delle liste trascina il candidato. Al secondo turno diventa quasi impossibile. La priorità non è l’interesse personale, di cui riconosco l’importanza. C’è un interesse superiore: la possibilità di vincere. Se si segue soltanto il proprio interesse personale, si perde. E si perde tutti insieme”.

Gli ultimi giorni del centrodestra palermitano sono stati semplicemente terrificanti. Riassumiamo con un inventario per difetto. Il vertice romano dato per risolutivo che non approda a nulla. L’intreccio inestricabile tra Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans (e non suona bene presentarsi per governare in un contesto di pedine scambio..). Salvini che capisce l’antifona e rilancia Scoma. Cascio dato per vicinissimo all’investitura tuttora congelato. Dell’Utri che cannoneggia…

E’ la rappresentazione abbacinante di un mondo che tenta di sorridere in favore di telecamera, ma che è dilaniato da visioni di corto respiro e perseguitato dalla sua stessa immaturità. Ecco perché Franco Miceli potrebbe farcela a passare oltre l’ultimo quinquennio e a vincere, nonostante la sua area culturale e politica sia sovrapponibile a quella che ha sostenuto Leoluca Orlando, il ‘sindaco perenne’ che rappresenta, comunque, un ingombrante convitato di pietra. Ma, se ciò accadrà, sarà soprattutto perché avranno perso gli altri.

(In copertina, Franco Miceli nella foto di Gaspare Semprevivo che ringraziamo per la concessione).


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