20 Febbraio 2017, 17:19
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PALERMO – All’orizzonte del Pd palermitano spunta l’ipotesi delle primarie di partito per la scelta del candidato sindaco in vista delle prossime elezioni comunali. Una procedura ammessa dallo statuto, al quale si sono appellati ben 35 delegati provinciali contrari all’intesa con il sindaco uscente Leoluca Orlando che non accetta simboli di partito accanto al suo nome. Si è aperta con la lettura di questo documento l’assemblea provinciale del Pd che oggi avrebbe dovuto fare chiarezza sulla linea da tenere in merito all’alleanza con orlando. Sabato Livesicilia aveva anticipato la notizia di un incontro tra il sindaco e la delegazione dem per discutere dell’intesa. Il faccia a faccia oggi ha ricevuto due conferme: quella del ‘professore’ e dello stesso segretario provinciale dei democratici Carmelo Miceli.
Gli appelli all’unità nella sede di via Bentivegna non sono mancati, ma sotto gli occhi di iscritti e dirigenti è continuata a consumarsi la contrapposizione interna: da un lato chi è favorevole all’alleanza senza simboli con Orlando e dall’altro chi vede in questa opzione la morte del Pd, tanto da fare appello allo statuto, proponendo le primarie di partito che vedrebbero coinvolti soltanto i delegati. Uno schiaffo ai tanti tentativi di mediazione per convergere sulla figura del sindaco uscente.
Insomma, le fratture ci sono e gli effetti cominciano a farsi sentire nonostante le parole di rispetto espresse oggi da Orlando nei confronti del Pd: “Il sidnaco ha fatto un gesto importante riconoscendo l’importanza del ruolo dei partiti politici – le parole di Miceli -. Ci presenteremo all’incontro di giovedì con una atmosfera migliore. Non ho mai risparmiato critiche a questa amministrazione comunale, ma faccio appello, in un momento delicato come questo, all’unità del partito. Evitiamo scatti in avanti, lavoriamo insieme. Tutto questo però ha un senso se c’è partecipazione, se la base è dalla nostra”. Miceli in questo senso non risparmia neanche una frecciata al governatore Rosario Crocetta, presente alla riunione dei ‘ribelli’ di sabato: “Sono contento che ultimamente il presidente sia più presente e che partecipi alle nostre riunioni, ma capisco poco i suoi appelli all’unità se poi lancia movimenti politici alternativi al Partito democratico”.
In sala anche il deputato regionale Giuseppe Lupo e la deputata nazionale Teresa Piccione, che continuano a sostenere senza alcuna esitazione l’appoggio ad Orlando. Rimane agguerrita e sul piede di guerra la corrente che fa capo all’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici: “Non ho mai nascosto le mie posizioni – ha affermato Antonio Rubino, responsabile organizzativo del Pd -, non sono mai stato ipocrita. Se Orlando ha intenzione di distruggere il nostro partito si sbaglia di grosso. Il sindaco fino ad ora si è permesso di parlare così di noi perché ha sempre incontrato ventri molli”. Per Rubino va bene parlare di alleanze, non di asettiche annessioni: “Vogliamo contribuire anche noi a migliorare questa città portando prima di tutto idee e proposte”. Non manca neanche la stoccata al progetto civico del sindaco: “Ma da quando Orlando non è un politico? Secondo me è uno dei migliori politici che abbiamo in Sicilia. Detto questo andiamo a sentire cosa ci dice Orlando, cosa propone – ancora Rubino, che sabato aveva precisato di non sapere nulla dell’incontro -. Anch’io penso che la cosa più importante al momento sia l’unità del partito”.
Sulla stessa linea di Rubino anche gli organizzatori dell’assemblea di sabato, tra cui Antonio Ferrante: “Quello che trasmettiamo ai nostri elettori è fondamentale, non possiamo continuare così. In un momento così delicato, rischiamo l’evaporazione”. Uno degli interventi più accorati è stato quello di Tonino Russo, che ha denunciato la presenza in sede di “personaggi” già sono candidati in contesti che non fanno riferimento al Pd: “Non ci sto – ha detto Russo – dobbiamo sapere chi siamo e dove stiamo andando. Perché mentre noi parliamo, gli altri hanno già chiuso le liste. E poi qualcuno deve spiegarmi bene questo affetto per il simbolo quando tante volte, in altre competizioni elettorali, il simbolo è stato presto dimenticato”.
*Aggiornamento
“L’assemblea di sabato ha riaperto la discussione sul riconoscimento e sulla funzione del Pd; il modo in cui partecipiamo alle amministrative è legittimato dalla direzione provinciale. Parte della nostra funzione attiene alla capacità di tenere insieme le forze impegnate a governare alla Regione e su questo si deve sviluppare il ragionamento, se il partito vuole prendere se stesso e il sindaco di Palermo sul serio. Il fulcro del nostro lavoro è stato l’alleanza tra democratici e moderati e non possiamo riconsegnarla al passato”. Così il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, a chiusura della direzione provinciale del partito sulle amministrative di primavera a Palermo, alla quale ha preso parte anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, arrivato poco prima che l’assise si chiudesse. “Un Pd annichilito – ha detto Raciti – può dare un contributo elettorale e politico alle amministrative? Davvero si pensa che lo spazio che il Pd lascerebbe vuoto, non verrà riempito da qualcuno”.
E ancora: “Quello che minaccia di succedere a livello nazionale, non è slegato da quello che stiamo affrontando a Palermo. Il tema della soggettività del Pd c’è e come affronteremo questa tornata elettorale sarà decisivo per offrire una possibilità al Partito democratico. Non vorrei che un partito che si scompone risolvesse il problema della scissione…”, ha detto Raciti, a chiusura della direzione provinciale di Palermo sulle amministrative di primavera. “Bisogna ripartire – ha aggiunto – dalla affermazione non cieca della nostra funzione politica. I fatti, partendo dalle dichiarazioni di Leoluca Orlando di oggi, sembrano riaprire spazi di discussione, il tema è come ci collochiamo”. Alla richiesta avanzata nel corso della riunione di prender parte all’incontro di giovedì tra la commissione incaricata di trattare con Leoluca Orlando, Raciti ha risposto di credere che sia utile la sua partecipazione. “Credo – ha osservato – che serva uno spazio terzo per verificare una possibilità di trattativa, che il Pd nazionale nella fase che abbiamo alle spalle non è riuscita a svolgere. Il Pd regionale resta a disposizione, ma penso che la sua funzione debba essere diversa”. “Spero che questa discussione con Orlando possa andare in porto – ha concluso – con la consapevolezza però che nessuna strada è obbligata, altrimenti finiamo per attorcigliarci in un gioco dell’oca infinito che ci riporta al punto di partenza”.
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20 Febbraio 2017, 17:19