Michela che va, Mariella che viene | È l’era dei segretari-assessori

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16 Ottobre 2014, 20:43

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PALERMO – Un segretario è poco meno di un assessore. Un assessore è poco più che un segretario. Almeno nell’era di Rosario Crocetta. Quella delle “slinding doors” a Palazzo d’Orleans. Michela che va, Mariella che viene. Cambia solo l’ordine dei fattori, il prodotto è sempre quello.

Mariella Lo Bello è la nuova segretaria particolare di Rosario Crocetta. Lei, che era stata per lungo tempo assessore al Territorio. Nominata fin dall’inizio. Quando Michela Stancheris teneva l’agenda del presidente. Ne fissava appuntamenti e riunioni. Provava a spegnere le lamentele per i consueti mastodontici ritardi del governatore. Chissà, adesso, se quella agenda, l’attuale assessore al Turismo, l’ha passata all’ex collega. Sacrificata, la Lo Bello, sull’altare degli equilibri geografici più che politici. Fu più Siracusa che la Sicilia a decidere i destini dell’assessore che fu vicina ad Angelo Capodicasa, che fu sfiduciata insieme ai tre compagni del Pd dall’allora segretario Lupo (sì era Lupo, e non Raciti, semplicemente la storia è sempre quella). Che si abituò presto, seguendo l’esempio del presidente, al piacevole gusto della denuncia (dalla vicenda Pizzuto a quella di Cannova), che litigò con Marino, prima che questo venisse messo alla porta della giunta. Ma insieme a lei.

Adesso Mariella Lo Bello è rientrata a Palazzo d’Orleans. Uno stipendio da dirigente regionale. E una nuova storia politica da iniziare. Nell’accogliere la delegazione socialista, pochi giorni fa, infatti, l’assessore è stata indicata come “rappresentante del Megafono”. Ma come, non aveva fatto ferro e fuoco nelle direzioni regionali del Pd, affermando di essere più “Democratica” dei Democratici che volevano sfiduciarla?

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Sarà. Intanto è lì. Al vertice di uno degli uffici di staff del presidente. Dopo avere scalzato il giovane segretario particolare senegalese Ndoye Moussa Djibri, ripescato nell’ufficio di gabinetto, comunque. E forse rassegnato a dover presto abbandonare il vertice della Segreteria particolare, visto il turn-over che ha interessato questi uffici. Un porto di mare, a guardare bene. Ma anche ottimo trampolino di lancio per accaparrarsi incarichi nelle maglie della pubblica amministrazione regionale.

In appena 21 mesi, infatti, Crocetta ha cambiato la bellezza di cinque capi dell’ufficio di gabinetto in venti mesi, appunto. La prima fu Enza Cilia. Sarà solo l’inizio di un valzer che porterà su quella poltrona, nel breve giro di sei mesi Antonella Bullara (la Cilia nel frattempo transiterà nel gabinetto di Zichichi), Maria Mezzapelle, per anni tra le più strette collaboratrici dell’attuale segretario generale Patrizia Monterosso, infine Gianni Silvia. Quest’ultimo, che nel frattempo era stato nominato anche commissario della Foss, verrà poi chiamato alla guida del dipartimento Formazione: è il turno dell’ex capo della segreteria tecnica, Giulio Guagliano. E intanto, il vertice della segreteria tecnica è vacante. All’inizio a guidarlo fu Stefano Polizzotto, che lascerà tra le polemiche per essere poi “ripescato” per un periodo come consulente del governatore ed è tutt’ora nel cda di Irfis. Nell’ufficio lavorano o hanno lavorato Mario Cusimano, Giancarlo Maria Costa (che è anche nel cda di Sicilia Turismo), Doriana Fascella, Mario Puglisi, Giovanni Giammarva e Salvatore Ragonese.

Nell’ufficio di gabinetto, quello del “capo-giro”, ecco Rosario Cultrone (poi nominato anche commissario del Teatro di Messina), Loredana Lauretta, Cecilia Lombardo, Maria Pizzo, Giuseppe Caudo e Francesca Scaglione. C’era anche Gaetano Montalbano che riceverà, tra gli altri, anche un incarico di spicco nella società Seus-118. Nella segreteria particolare adesso solo Alessandra Scimeca e Francesca Chiaramonte. Oltre al nuovo capo, ovviamente: l’ex assessore fa la segreteria. Anche perché nel frattempo la segretaria è andata a fare l’assessore.

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16 Ottobre 2014, 20:43

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