29 Gennaio 2015, 12:19
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PALERMO – Con i primi 23 progetti finanziati, dieci nuove start up e 555 mila euro già erogati il Fondo per il microcredito, ideato, voluto e finanziato dai parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, è diventato una realtà. “Ci siamo riusciti anche senza l’aiuto della Regione e dei colleghi deputati dell’Ars”, sottolineano i 14 deputati pentastellati in una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni.
La Regione, infatti, nel 2012 quando il movimento di Beppe Grillo lanciò la proposta la accolse, promettendo di finanziare il fondo con due milioni di euro. Soldi mai arrivati e poi addirittura cancellati dalle Finanziarie successive. Anche gli altri parlamentari regionali, invitati a contribuire con parte delle loro retribuzioni – così come fanno i 14 grillini – non hanno mai accolto l’invito. “Anzi, ci hanno sempre chiuso la porta in faccia”, ha spiegato Giorgio Ciaccio, segretario della commissione Bilancio all’Ars.
Ma c’è qualcuno che finanzia il fondo per il microcredito insieme ai parlamentari siciliani a 5 Stelle: è il signor Pietro Lupo, privato cittadino di Torino, che da 5 mesi ormai versa puntualmente al Fondo gli 80 euro che il premier Matteo Renzi ha aggiunto alla sua busta paga.
Il Fondo per il microcredito, ad oggi, dispone di più di tre milioni di euro gestiti (gratuitamente) dalla Fondazione Comunità di Messina Onlus e Banca Etica, in collaborazione con Impact Hub Sicilia. Le somme erogate vanno da 5 mila a 25 mila euro a tassi fortemente agevolati, attualmente dal 2 al 4 percento circa, a seconda del settore dell’impresa che usufruisce del prestito.
Le prime imprese finanziate, un po’ di tutte le province siciliane, operano nei più svariati settori, dall’agroalimentare all’informatica, passando per le produzioni biologiche e per i beni culturali. “I siciliani sono molto più avanti dei politici che ci governano – ha detto il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Valentina Zafarana – e non pensano ad attività in settori vecchi e stantii, come le produzioni di idrocarburi, ma ci chiedono finanziamenti per idee green, bio e altre veramente all’avanguardia”.
Con i fondi del microcredito anche il Birrificio Messina è riuscito a superare un durissimo momento di crisi, che l’aveva addirittura portato alla chiusura dello stabilimento. Avendo ricevuto un prestito da 25 mila euro ha potuto rimpinguare il capitale sociale così da poter presentare questi fondi a garanzia di altri finanziamenti. “Se continueremo a bere birra Messina è anche grazie a noi”, scherza Zafarana.
E c’è un dato che Zafarana tiene a precisare: “Non abbiamo mai gestito questi fondi direttamente, ma ci siamo affidati a soggetti terzi. Questo perché non vogliamo in alcun modo prestare il fianco all’accusa di aver utilizzato questo strumento per creare consenso elettorale”.
Duro, infine, l’attacco per il presidente della Regione e la sua giunta: “Il governo Crocetta ha affossato la Sicilia prima con l’assessore Bianchi, poi con Agnello, adesso Baccei. A questo governo – conclude Zafarana – non interessa il rilancio economico di un’isola al collasso. Fino a ieri hanno rimesso le mani nelle tasche dei siciliani con un mutuo di 1,7 milioni di euro”
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29 Gennaio 2015, 12:19