Micron, scatta la protesta |”Fermare il saccheggio”

di

23 Gennaio 2014, 12:25

3 min di lettura

CATANIA – I sindacati sono sicuri di una cosa: i tagli della Micron sono un “saccheggio al Paese”. Lo ricordiamo l’azienda ha presentato un piano di riduzione delle risorse umane che conta 420 esuberi e 128 persone lavorano nella sede di Catania. “Micron incassa il bottino e ora scappa” scrive in una nota congiunta la triplice sindacale composta da Cgil, Cisl e Uil. E l’Ugl non è da meno: “Intollerabile e assurdo che un’azienda non in crisi, senza ascoltare le richieste delle organizzazioni sindacali né tantomeno quelle del governo, avvii in modo unilaterale le procedure di mobilità” scrive il segretario Luca Vecchio.

E in attesa del tavolo al Palazzo Esa con l’assessore Linda Vancheri convocato per lunedì e l’appuntamento romano di martedì al Ministero dello Sviluppo economico, oggi e domani la zona industriale si fa palcoscenico delle proteste dei lavoratori e dei sindacalisti: 8 ore di sciopero per ogni giornata di protesta. Oggi presidio davanti alla Micron e domani stesso programma, ma alle 10 partirà un corteo che si snoderà fino alla sede della St Microelectronics. I lavoratori di quest’ultima oggi hanno incrociato le braccia per 2 ore in segno di solidarietà per i colleghi coinvolti nella vertenza.

Alla manifestazioen di oggi ha partecipato il vicesindaco Marco Consoli. “Lunedì prossimo – ha annunciato ai manifestanti – Bianco parteciperà al tavolo del Palazzo Esa e incontrerà l’assessore regionale allo Sviluppo Linda Vancheri per ribadire la necessità di lavorare tutti insieme per non disperdere i finanziamenti europei da investire nel rilancio del settore della micro e nano elettronica di cui Micron è attore fondamentale, grazie anche alla grande professionalità e qualità dei suoi lavoratori. Difendiamo gli insediamenti dell’Etna Valley, l’occupazione esistente e poniamo le basi per lo sviluppo futuro”.

E la politica risponde, come fa sempre in questi casi, con una pioggia di comunicati stampa a pioggia. Da destra a sinistra. Il deputato regionale Salvo Pogliese di Forza Italia afferma: “Auspico che, nell’incontro di lunedì prossimo a Catania con i rappresentanti della Micron, la Regione siciliana faccia sentire forte e chiara la sua voce chiedendo l’immediata revoca dei licenziamenti nello stabilimento etneo.”

Articoli Correlati

Il movimento Catania Bene Comune attacca duramente: “L’Amministrazione comunale e il Governo regionale in questo contesto non possono più nascondersi dietro un dito. È necessario far assumere a ST la responsabilità di questi licenziamenti, frutto delle folli politiche industriali praticate a Catania, e costringere l’azienda a riassorbire i lavoratori in esubero”.

Rifondazione Comunista, con Pierpaolo Montalto affonda: “Non è più sopportabile che le aziende multinazionali approfittino dei contributi statali per incassare denaro pubblico e poi dismettano la loro presenza sul territorio lasciando sul lastrico centinaia di famiglie. Per questo è fondamentale incoraggiare e contribuire alla lotta affinché i lavoratori Micron vengano riassorbiti da ST e si produca un nuovo piano industriale per l’Etna Valley”.

E non rimane zitto infine Maurizio Caserta, leader di Officine Siciliane: “Sei mesi fa avevamo preannunciato che l’entusiasmo sulla crescita del settore era malposto. Ci consigliarono di ripararci dal sole. Fa veramente impressione – spiega Caserta – che si possa pensare che un rappresentante di una amministrazione comunale possa bloccare le grandi trasformazioni strutturali che i settori produttivi stanno affrontando nel mondo intero. Occorre riscrivere l’approccio. La questione del lavoro non é una questione di competenza diretta delle amministrazioni locali – se si esclude il loro contributo alle nuove assunzioni. Ma l’azione delle amministrazioni ha enormi effetti indiretti sul mercato del lavoro. Il lavoro nasce dall’impresa. L’impresa, piccola, media o grande, crea lavoro se investe. L’investimento ha bisogno di condizioni di convenienza, finanziaria, tecnologica, istituzionale, commerciale. L’amministrazione può agire in maniera significativa su alcune di quelle condizioni di convenienza, dando corso a quelle azioni che promettono di generare la più alta produttività economica e sociale. La smetta questa amministrazione – chiosa Maurizio Caserta – di pensare che i buoni rapporti romani siano il grande capitale a loro disposizione. Le imprese, soprattutto quelle grandi, chiuderanno lo stesso se manca il mercato o ci sono mercati più interessanti di quello locale”

 

Pubblicato il

23 Gennaio 2014, 12:25

Condividi sui social