24 Gennaio 2010, 14:20
1 min di lettura
Il reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale dei bambini di Palermo è tappezzato di disegni, colori, pupazzetti dagli occhi buoni e il sorriso rassicurante per rallegrare il soggiorno dei piccoli degenti in corsia. Con qualcuno funziona, probabilmente non è così per Giovanni Bellavia, il bimbo di 12 anni salvato dalle macerie della sua abitazione di Favara. È arrivato a Palermo questa notte, trasportato in elisoccorso in prognosi riservata a causa della sindrome da schiacciamento che la permanenza sotto le macerie gli ha comportato. “Le condizioni del ragazzo sono stabili – ha assicurato Antonino Carolina, chirurgo di servizio questa mattina in corsia – continuiamo a monitorare i valori, ancora alterati, ma il quadro clinico è stazionario”. Già nei prossimi giorni il ragazzo potrebbe essere dimesso, qualora i reni non manifestassero conseguenze dovute allo schiacciamento. A fargli compagnia, nella sua camera d’ospedale, soltanto una zia. Questo è il giorno in cui bisogna salutare i morti, non è ancora il momento di consolare i vivi. Niente firme, disegnini colorati, o dediche sul gesso che avvolge la gamba del dodicenne. Ha il doppio degli anni del piccolo principe di Saint Exupèry, ma è quella l’unica favola a cui si può assimilare questo ometto, solo nel suo pianeta. Pare che non sappia ancora che in quel terribile crollo non ha perso soltanto la sua casa, la sua stanzetta, i suoi giocattoli. Pare che nessuno abbia ancora avuto il coraggio di dirgli che sotto le macerie sono rimaste anche le sue sorelle e che a crollare non sono state soltanto le fondamenta, ma anche la sua infanzia. Di loro, delle sue sorelle, chissà, magari resteranno anche a lui, come al narratore del piccolo principe, delle stelle che sono 5 milioni di sonagli, messe lì a ricordargli i sorrisi di Marianna e Chiara.
Pubblicato il
24 Gennaio 2010, 14:20