06 Dicembre 2010, 11:36
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Di Giuseppe Migneco, uno tra grandi protagonisti dell’arte italiana del Novecento, le biografie indicano che nacque a Messina nel 1908. Nacque nel 1903, ma il pittore, per una piccola civetteria, avallò l’errore di un cronista che lo aveva fatto venire al mondo nell’anno del grande terremoto. Morì a Milano nel 1997.
Trascorse l’infanzia a Ponteschiavo, piccolo centro alle porte di Messina, dove il padre era capostazione. In quel periodo viveva, tra la campagna e il mare, e quando gli chiesi di fornirmi una documentazione grafica dei suoi anni siciliani, mi consegnò un disegno colorato nel quale egli appariva bambino su una barca.
Dopo i primi studi in Sicilia, nel 1931 ai trasferì a Milano per ubbidire al padre che lo voleva medico, con una laurea conseguita nel capoluogo lombardo. Ma la vocazione del giovane Migneco era un’altra, amava i colori e i pennelli, e pertanto lasciò gli studi universitari e si trovò un’occupazione nel campo dell’arte. Incontrò pittori e critici d’arte che trovavano la loro strada nella Milano degli anni Trenta .
Migneco conservava il ricordo della Sicilia nel balcone della sua casa. Era un segreto conosciuto soltanto dagli amici che lo frequentavano. Teneva in un angolo ben protetto un alberello di arancio che a ogni stagione gli dava fiori e qualche frutto. E anche un rampicante odoroso di gelsomino, diventato rigoglioso con gli anni, nonostante i rigori del clima nordico.
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06 Dicembre 2010, 11:36