15 Gennaio 2019, 20:16
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PALERMO – Ci sono i peccatori che caricavano i migranti e le sigarette a largo di Lampedusa e chi le stecche di bionde le vendeva al mercato nero. Ballarò è una delle principali piazze di smercio a Palermo. Tunisini e siciliani hanno lavorato fianco a fianco per fare soldi.
Stamani sono stati fermati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria su ordine della Procura di Palermo. Nel corso delle indagini è emerso un particolare su cui si deve chiarezza: una delle barche intercettate per trasportate i migranti era stata rubata al porto di Lampedusa. Era stata utilizzata e sequestrata al termine di un precedente sbarco.
A Lampedusa lavoravano Filippo Solina, Salvatore Spalma e Francesco Sacco, rispettivamente di comandante e membri dell’equipaggio del motopeschereccio italiano “Serena”. A largo dell’isola pelagica venivano trasbordate le sigarette dal motopesca tunisino “Mohamed Marwan”. La consegna avveniva per lo più in un tratto di mare noto come “Secca di Levante”
Gli altri arrestati sono tutti palermitani: Antonino Lo Nardo, braccio destro del capo della banda, Fadhel Moncer, che si occupava di reclutare le persone pronte a spacciare le sigarette e cioè Giulio Di Maio, Vincenzo Corda e Pietro Ilardi.
I tunisini si muovevano in trasferta per curare personalmente gli affari. Moncer, che ufficialmente fa il ristoratore, assieme a Bilel Said, uno dei latitanti, sono stati pedinati per le strade di Ballarò. Gli ultimi scatti risalgono allo scorso novembre. Un mese prima i finanzieri hanno monitorato un viaggio da Mazara del Vallo a Palermo. Poco dopo la mezzanotte è stata intercettata una Touran in viale Regione Siciliana. Al volante c’era Corda che forzò un posto di blocco. Mentre scappava la sua macchina era piena di microspie: “Sono fritto’ sono fritto”, urlava. Una volta fermato si è scoperto che trasportava 120 chili di sigarette. “Royal”, “Time silver”, “Pin” e “Oris” sono le le più vendute.
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15 Gennaio 2019, 20:16