05 Febbraio 2022, 13:13
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Sette persone, tra cui tre impiegati delle Poste, sono ritenute responsabili di furto di valuta straniera da buste provenienti da paesi dell’Estremo oriente, in particolare dal Giappone.
Le sette persone sono state raggiunte da misure cautelari in un’indagine congiunta della polizia di Stato e della polizia Locale di Milano. Gli indagati avrebbero sottratto il denaro dalla corrispondenza che arrivava al centro smistamento di Linate.
Si tratterebbe di “due uomini di 46 e 51 anni e una donna di 40, con i due complici di 46 e 55 anni” che sono stati sottoposti all’obbligo di firma e alla permanenza nel comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione. Per il gip di Milano che ha emesso le misure le accuse da contestare sono “furto pluriaggravato e riciclaggio”. Un altro 45enne e una 40enne sono stati indagati, invece, in stato di libertà. “
Le indagini svolte dall’ufficio polizia di frontiera aerea dell’aeroporto di Linate e dal nucleo reati predatori della polizia locale – si legge in una nota – hanno evidenziato come tre impiegati delle Poste e quattro loro complici abbiano, nel corso degli anni, sottratto oltre 350 mila euro dalla corrispondenza arrivata al centro di smistamento di Poste Italiane di Linate e destinata a opere caritatevoli o quale corrispettivo per l’acquisto di amuleti”.
Secondo le accuse, yen giapponesi e dollari australiani prelevati dalle buste venivano cambiati in euro con regolarità presso gli sportelli cambiavalute situati nei luoghi di maggiore affluenza a Milano per confondersi tra la moltitudine di cittadini e clienti presenti. La prudenza non è stata sufficiente, tanto che l’indagine ha avuto impulso proprio da alcune segnalazioni giunte dalle agenzie di cambio presenti presso l’aeroporto di Linate per le anomale operazioni in valuta giapponese e australiana, canadese, americana, inglese e svizzera compiute sempre dalla stessa persona.
“Gli accertamenti iniziali – affermano gli inquirenti – hanno portato a individuare un dipendente di Poste Italiane addetto allo smistamento dei sacchi di corrispondenza proprio nel centro di Linate e grazie a ulteriori attività e alle riprese video all’interno dell’ufficio di smistamento postale, gli investigatori sono riusciti a ricostruire tanto il modus operandi quanto il coinvolgimento di altri impiegati” dove i dipendenti ora indiziati sarebbero stati “maestri nell’individuazione delle buste contenenti valuta estera. Tali buste venivano prima occultate, ad esempio sotto i vestiti, e poi riposte negli zaini al fine di uscire in tutta sicurezza dal luogo di lavoro senza essere notati dagli altri colleghi, per poi effettuare il cambio”.
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05 Febbraio 2022, 13:13