Cronaca

“Minacce ai Tuttolomondo, il processo via da Palermo”

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23 Aprile 2021, 16:35

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PALERMO – I fratelli Salvatore e Walter Tuttolomondo sollevano il legittimo sospetto e il giudice invia gli atti del processo alla Cassazione. Saranno i supremi giudici a dovere valutare se il processo può o meno proseguire a Palermo, città dove naufragò il progetto imprenditoriale di rilevare la vecchia società rosanero.


I legali della difesa dei due imprenditori sollevano il sospetto sul possibile condizionamento ambientale che impedirebbe una serena prosecuzione del processo. In particolare fanno riferimento a delle pesanti minacce ricevute dai Tuttolomondo sui social network e ad uno strano furto subito.
Il giudice per l’udienza preliminare Simone Alecci ha inviato gli atti alla Cassazione, la quale deve adesso dovrà stabilire se la competenza debba passare ad un giudice diverso da quello territorialmente competente.

I Tuttolomondo dovevano salvare il vecchio Palermo, poi miseramente fallito, ed invece avrebbero commesso una sfilza di reati: bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio e reimpiego di denaro, falso e ostacolo alle funzioni della Commissione di vigilanza sulle società di calcio (Covisoc) della Fgic.
Secondo il procuratore aggiunto Salvo De Luca e i sostituti Andrea Fusco e Dario Scaletta il fallimento della vecchia ‘Us Città di Palermo’, sulle cui ceneri è successivamente nata una nuova società che nulla ha a che vedere con il passato, avrebbe innescato una catena di irregolarità.

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I Tuttolomondo rilevarono il vecchio Palermo calcio da Maurizio Zamparini attraverso la Sporting Network, società controllata dalla Arkus Network. In mezzo ci fu il fugace passaggio di proprietà agli inglesi di Sport Capital Group Investments che lro ricedettero tutte le quote ad una neonata società in cui figura l’ex capo dell’area tecnica Rino Foschi. Quindi la cessione ai Tuttolomondo.


Dissipazione e distrazione sono le due parole chiave nella ricostruzione dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria.
Ad inizio dell’estate 2019 i Tuttolomondo non depositarono la fideiussione necessaria per iscrivere la squadra al campionato di serie B. La società senza il titolo sportivo perse ogni valore. Il patrimonio potenziale, stimato in 21 milioni, sarebbe stato depauperato. E si arrivò al fallimento dichiarato nel ottobre.

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23 Aprile 2021, 16:35

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