Minacciato da un uomo armato| Il deputato Gennuso: “Ora ho paura”

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29 Settembre 2016, 12:27

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PALERMO – Racconta di essere stato minacciato da due uomini armati. Gli hanno intimato di ritrattare le accuse contro gli esattori del racket. Il deputato regionale Giuseppe Gennuso, sottoposto da alcuni mesi a una vigilanza dinamica, racconta la sua paura nella denuncia presentata ai carabinieri di Rosolini, sua città d’origine.

Sono le sette del mattino di lunedì scorso. Gennuso ha l’abitudine di fare una passeggiata mattutina in contrada San Basilio, a Ispica, non lontano dalla sua impresa agricola. È qui che, denuncia l’onorevole, è stato avvicinato nella stradina isolata, vista l’ora, da due uomini in sella a una moto di grossa cilindrata. Avevano il volto coperto dai caschi integrali. L’uomo con le mani sul manubrio pronuncia parole minacciose: “… devi ritrattare, devi cambiare versione, se no l facciamo finita, presuntuoso che sei, hai capito”.

Prima di andare via l’uomo apre il giubbotto e mostra all’onorevole la pistola che tiene nella cintola. La sera prima, aggiunge Gennuso, qualcuno ha tranciato i cavi dell’acqua di un consorzio a cui il deputato ha concesso in comodato parte del terreno di sua proprietà. Gennuso confessa di avere paura. Sarebbe solo l’ultimo di tanti episodi che definisce inquietanti e che collega alle vicende del bingo che gestisce a Palermo.

Lo scorso luglio un blitz dei carabinieri del Ros ha ricostruito i passaggi dell’estorsione che sarebbe stata consumata ai danni della società che gestisce la sala bingo nel rione Guadagna, di proprietà della famiglia del deputato regionale Giuseppe Gennuso. In manette sono finiti tre persone.

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Nel luglio del 1015 la sala bingo Magic Star di via Villagrazia ha cambiato proprietario. La Eredi Burgio ha ceduto la società alla “Somalia Games srl”, amministrata da Riccardo Gennuso, e controllata dalla “Gestione immobili e servizi”. Socio di maggioranza di quest’ultima è il fratello di Riccardo, Salvatore, mentre il procuratore generale è il padre, Giuseppe Gennuso, deputato regionale di Cantiere Popolare.

Nel dicembre scorso l’onorevole siracusano e il figlio Riccardo si sono presentati al Comando provinciale dei carabinieri. Hanno denunciato alcuni problemi con la gestione del bar. Hanno scoperto che gli incassi sarebbero stati versati a “due non meglio precisati fratelli indicati come titolari di fatto dell’esercizio”. Il 24 dicembre in caserma è arrivato Leonardo Burgio, ex proprietario della sala bingo e in quel momento sindaco di Serradifalco, nel Nisseno. È stato contatto da due giornalisti de Le Iene interessati a sapere se in passato avesse subito richieste estorsive. Burgio ha raccontato che nessuno ha mai bussato alla sua porta. Ha affidato la gestione della sala bingo a Massimo Monti, imprenditore conosciuto nel settore e finito in guai giudiziari, che aveva a sua volta affidato il bar ad una parente legato alla famiglia mafiosa dei Vernengo di corso dei Mille.

Il parente non ha onorato il contratto di affitto. Insomma, non ha pagato ed è stato allontanato. A questo punto il 12 gennaio scorso i carabinieri hanno convocato di nuovo il deputato Gennuso che ha confermato: il figlio Riccardo e un suo collaboratore hanno ricevuto la richiesta di 50.000 euro. I mafiosi volevano i soldi per abbandonare la gestione del bar all’interno della struttura.

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29 Settembre 2016, 12:27

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