Silenzio per Ciccio “Falange” |Il caso in commissione Antimafia

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08 Marzo 2017, 11:08

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CATANIA – Continua a dividere il nome di “Ciccio Falange”, al secolo Francesco Famoso, il capo ultras catanese scomparso di recente a seguito di una lunga malattia. Il minuto di silenzio al lui dedicato durante il match di Lega Pro Catania-Matera del due febbraio, partita vinta peraltro dai rossoazzurri,  finisce in Commissione parlamentare antimafia. Il caso è stato sollevato dal procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro, che ha lasciato la denuncia: “Ci ha meravigliato che è stato da un minuto di raccoglimento in memoria di un noto pregiudicato e ultras: lo abbiamo appreso dalla questura di Catania”.

Ma il caso rischia di non finire qui: “Su questo fatto abbiamo aperto procedimento – ha aggiunto Pecoraro – perché vi è stata l’autorizzazione al minuto di raccoglimento da parte della Lega Pro”. Nel mirino del procuratore federale finiscono anche i vertici del club di via Magenta, presenti peraltro anche alle esequie: “E’ stata la società ad aver chiesto un minuto raccoglimento e nel maxischermo è stata ricordata la figura di Ciccio Famoso: è un fatto per me grave”, ha aggiunto Pecoraro, rispondendo alle domande di uno dei due coordinatori del comitato Mafia e Sport, Angelo Attaguile. “Il procedimento è aperto e riguarda il tesserato che ha dato l’autorizzazione: il presidente della Lega Pro, da me sentito –  ha chiarito Pecoraro –  non ne sapeva nulla. Chi ha chiesto l’autorizzazione, sono certo che sapesse chi fosse Ciccio Famoso”.

Una doccia fredda sulla città di Catania, dopo che la sua morte era riuscita a unire non solo i tifosi rossoazzurri, ma anche quelli delle piazze rivali di Messina e Palermo. Intanto la rete si divide e riesplode l’annosa polemica su mafia e professionismo dell’antimafia. Va  durissimo il giornalista nonché autore del romanzo Quando saremo tutti nella Nord, Luigi Pulvirenti: “Ciccio non era un santo, lo sappiamo – scrive via Facebook –  Aveva contratto debiti con la giustizia e li aveva pure saldati, e nella logica rieducativa della legge Gozzini questo dovrebbe essere sufficiente a restituire chi ha commesso errori alla collettività. O no? O questo non vale per tutti? Ma cosa c’entra con l’omaggio al tifoso che una comunità ha sentito dovergli rendere, senza che nessuno glielo abbia imposto?”

E ancora: “Vedere la mafia ovunque, in qualunque comportamento,in qualunque caso e circostanza, ha delegittimato il significato stesso della espressione antimafia. È un tentativo di mascariamento della città di Catania – continua Pulvirenti – attraverso il tentativo di sporcare l’appartenenza alla comunità di tifosi, che non possiamo subire in silenzio. Io ho onorato Ciccio Falange da tifoso, e nessuno si permetta di associarmi a un gesto di acquiescenza alla criminalità”. Ma l’alzata di scudi a favore del nome di Francesco Famoso rischia di non finire qui. Si fa vivo dall’europarlamento anche Salvo Pogliese: “Forse l’eccessiva ansia di strappare titoli sui giornali, e ritagliarsi spazio sulle agenzie di stampa nazionali, a volte gioca brutti scherzi rischiando di far cadere nel ridicolo – ha detto l’esponente di Forza Italia –  Durante la partita Catania – Matera il pubblico del Massimino non ha dedicato un omaggio al ‘capo dei capi’ ma a uno storico tifoso rossazzurro, che ha consacrato tutta la sua vita al Calcio Catania e alla sua città di cui era visceralmente innamorato”.

Nel frattempo c’è già chi ha deciso di onorarlo in senso “toponomastico”, o giù di lì: nel porticciolo di Ognina è stato realizzato dal writer Simone Stella un dipinto murale di vaste dimensione in memoria di colui che nel 1979 fondò il gruppo ultras Falange d’Assalto Catania Club.

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08 Marzo 2017, 11:08

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