“Mio figlio preso a schiaffi e pugni”| Denuncia contro i carabinieri

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19 Settembre 2012, 19:42

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PALERMO – Denuncia i carabinieri che, a suo dire, avrebbero picchiato il figlio minorenne. Un piccolo imprenditore edile di Borgetto si è rivolto alla procura della Repubblica di Palermo. Sostiene che il ragazzo, sorpreso senza patente al volante di una macchina, sarebbe stato scaraventato per terra e preso a schiaffi e pugni.

È una denuncia pesante. Ci sarebbe pure un testimone pronto a confermare tutto: una donna che ha assistito alla scena mentre era affacciata al balcone. La ricostruzione dei parenti del ragazzo contrasta, però, con quella dei militari. I carabinieri hanno solo fatto il proprio dovere, bloccando una persona che non si è fermata all’alt.

Il 12 settembre scorso, poco dopo le dieci e mezzo di sera, S.L.P., 17 anni, scende da casa dei genitori per riaccompagnare la fidanzata che abita a Partinico. Solo che invece di utilizzare lo scooter decide di prendere la macchina della madre. Sulla strada del ritorno, intorno a mezzanotte, si imbatte in un posto di blocco. “Preso dal panico effettuava delle manovre che – scrive il padre nella denuncia – inevitabilmente richiamavano l’attenzione dei militari, i quali lo raggiungevano. Il giovane, visibilmente in preda al panico appena sceso dalla macchina diceva subito di essere un minorenne e di avere preso la macchina della madre. Inspiegabilmente i militari – prosegue l’esposto – e senza alcun tipo di comportamento da parte del minore lo colpivano con schiaffi e pugni, lo costringevano a sedersi a terra ammanettandolo con le mani dietro la schiena”.

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L’uomo sostiene che il figlio sia stato vittima di un’aggressione, immotivata e prolungata. Ecco perché ha incaricato l’avvocato Anthony De Lisi di sporgere querela: “La nostra stima nei confronti dell’Arma resta profonda e immutata – dice il legale – ma riteniamo che in questa circostanza il comportamento dei militari abbia oltrepassato il limite”. Parole a cui si aggiungono quelle dell’imprenditore. Uno di quelli che ha scelto di ribellarsi al pizzo, aderendo ad un comitato antiracket: “Mio figlio ha sbagliato e ci assumeremo tutte le responsabilità, ma è stato ingiusto infierire su di lui. È un bravo ragazzo. Studia e non ci ha mai dato alcuna noia prima di oggi. Ha commesso un errore e pagherà il conto, ma non meritava un simile trattamento”.

La ricostruzione dei carabinieri è di tutt’altro tenore. Il ragazzo non si è fermato all’alt. Per bloccarlo è stato necessario prima inseguirlo e poi placare la sua reazione. Da qui, oltre alla denuncia per guida senza patente, anche quella per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Anche il padre è stato denunciato: intervenuto in caserma avrebbe minacciato i militari.

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19 Settembre 2012, 19:42

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