“Mio padre resta con mia madre” | E non c’è altro da dire

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28 Giugno 2015, 09:57

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Poi d’improvviso, nella melassa di informazioni inutili che ti propina il web, ti imbatti in sei parole che scalfiscono la tua corazza di cinismo e indifferenza e ti arrivano in gola e al cuore. “Mio padre resta con mia madre”, dice Lucia Borsellino. Mio padre resta con mia madre. Non va da nessuna parte. Hanno vissuto insieme e ora che la morte li ha fatti ritrovare da qualche parte non sarò certo io a dividerli. Non c’è polemica nelle parole di Lucia. Non è il suo stile. La polemica a distanza, semmai, siamo noi a vederla. Sono io. E magari sbaglio, però.

Non giudico l’assessore. Guardo la donna. E la donna, se il ricordo non mi tradisce, sostenne l’esame di laurea pochi giorni dopo la morte del padre. La donna è questa. Ci sono cose che valgono più di mille parole, e di qualunque cosa tu possa fare nella tua vita.

Ne so davvero poco per giudicare la decisione della signora Falcone di trasferire la salma del fratello dal cimitero di Sant’Orsola alla chiesa di San Domenico. Avrà avuto le sue ragioni, e non sono abbastanza curioso da mettermi a indagare sulle cose intime delle persone, le cose segrete che ti inducono a prendere una strada piuttosto che un’altra. In fondo lo facciamo tutti. Ogni giorno. E mica passiamo la vita a dare spiegazioni. Ma questo è un altro discorso.

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Non amo la retorica, in special modo quella applicata ai sentimenti. Cerco di evitarla come la peste. Però, che dirvi. Quelle sei parole. Mio padre resta con mia madre. Punto. E per quanto mi riguarda la faccenda su cos’è giusto fare o non fare, sul Pantheon o no, può anche chiudersi qui. Con le parole di Lucia.

 

 

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28 Giugno 2015, 09:57

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