14 Dicembre 2021, 05:56
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CATANIA – È la notte più lunga dell’anno, ma a Lineri il buio è calato venerdì notte, quando un killer ha sparato tre colpi in faccia a Giovanna “Jenny” Cantarero davanti al panificio in cui lavorava. Provano, allora, a illuminare un po’ la notte gli abitanti di Lineri, che arrivano in piazza Enrico Berlinguer, una fossa di cemento a due passi dal luogo dell’omicidio, e accendono delle fiaccole per ricordare la vittima. E per dire di no alla violenza sulle donne.
La fiaccolata è promossa dal Comune di Misterbianco ed ha avuto l’adesione, tra le altre, dell’Associazione nazionale vittime e civili di guerra, che in un comunicato scrive che “Jenny Cantarero è l’ennesima vita spezzata per mano di un uomo incapace di amare. Femminicidi, violenze e abusi: le donne continuano a essere nel mirino di uomini vigliacchi e senza scrupoli”. La stessa parola, “violenza”, è usata nell’immagine che su Facebook il sindaco Marco Corsaro utilizza per convocare la cittadinanza alla manifestazione.
Un filo comune, un sentimento condiviso, emerge sempre più chiaro con le ore. Per quanto, infatti, il caso non sia ancora risolto, con il principale indagato ancora irreperibile, la convinzione che si diffonde è che la morte di Jenny Cantarero abbia seguito la tragica sequenza che sembra modellare molti, troppi fatti di cronaca: una storia turbolenta, una donna che cerca di mettersi al riparo e di troncare i rapporti, un uomo che mette mano alle armi, diventa brutale, uccide.
Per questo alla fiaccolata in piazza fanno eco le migliaia di commenti impazziti su Facebook. Chiedono pene più severe, il braccialetto elettronico già a partire dalla denuncia, il processo d’ufficio. Soprattutto, chiedono la fine di una violenza che sembra ripetersi sempre uguale. Il commento di una passante internet è semplice e dice tutto quello che c’è da dire: “Basta violenza, siamo stanche di ascoltare queste brutalità”.
Dopo la manifestazione, è proprio il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro a cercare di dare voce al sentimento dei suoi cittadini: “Siamo addolorati, sconvolti da un episodio violento, sanguinoso, che ci disorienta – dice Corsaro – in questi giorni ho parlato con decine di miei concittadini, che mi hanno trasferito le loro preoccupazioni, hanno chiesto al Comune di essere punto di riferimento”.
“Vero è che la ragazza non era di Misterbianco – continua Corsaro – ma questo non significa nulla. Poteva succedere ovunque, a una qualunque donna del nostro territorio. Comprendo che adesso i cittadini non vogliano essere etichettati con quanto accaduto, ma anche non possiamo impedire che venga raccontata questa tragedia. Tutti noi non possiamo voltarci dall’altra parte e anzi, come istituzioni, come famiglie dobbiamo farci una domanda: abbiamo gli strumenti per contrastare la violenza, in tutte le sue forme?”
“Purtroppo – dice ancora Corsaro – non del tutto, occorre fare un lungo percorso di educazione e di lavoro sul del territorio, per accrescerne la maturazione sociale e combattere le fragilità e le marginalità. Questo è l’impegno che come istituzione prendiamo oggi e che chiedo a tutte le altre istituzioni, sindaci, forze dell’ordine, agenzie educative, di condividere”.
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14 Dicembre 2021, 05:56