Cronaca

“Misteri”, il documentario sulla Sicilia a Los Angeles

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27 Marzo 2022, 09:50

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“Ci siamo resi conto che in Sicilia ci sono delle comunità di piccoli paesi che nelle feste del santo patrono esprimevano la loro identità come gruppo. Per quanto queste feste possano sembrare tutte uguali superficialmente, sono molto differenti tra loro e racchiudono delle peculiarità che sono espressione stessa della comunità” – Esordisce Greco, uno dei registi, sul concept del lavoro che mette in risalto il folklore siciliano – “Il rapporto, poi, che la comunità ha con la natura viene esplicato con un elemento in particolare: l’acqua per Santa Maria La Scala, l’aria per la Madonna Assunta di Randazzo, la terra per San Giacomo di Capiti e il fuoco per San Sebastiano di Tortorici.

“I Misteri” è la conclusione del percorso iniziato nel 2014 con il progetto Sicily Folk Doc, portato avanti dall’associazione culturale Scarti di Acireale. L’idea era di fornire una testimonianza di alcune feste religiose siciliane per mostrare al mondo antiche tradizioni e riti spettacolari, su cui si basa la formazione di identità collettive.

Dopo il successo riscosso alla 13esima edizione dell’Italian Film Festival di Minneapolis, confermato anche dal premio di gradimento assegnato dal pubblico pur non essendo una manifestazione a carattere competitivo, la seconda proiezione del documentario “I Misteri”, girato nella Sicilia pre-pandemica da Daniele Greco e Mauro Maugeri e prodotto da Giulia Iannello, ha debuttato domenica al Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival, in programma dal 20 al 26 marzo a Hollywood. I due momenti, in modo distinto, offrono l’opportunità alle produzioni più interessanti degli ultimi due anni di giungere sotto i riflettori internazionali, rappresentando un’importante vetrina per il cinema italiano.

Sull’ispirazione tratta dal noto documentarista degli anni ’50, Vittorio De Seta, successivamente si è passati da cortometraggi individuali, di circa una decina di minuti, alla trasposizione in un’unica narrazione delle feste di Capizzi, Randazzo e Santa Maria La Scala con l’aggiunta del quarto clip di Tortorici, dando l’esito finale.

“I Misteri racconta di identità di piccoli villaggi, un mondo lontano dalla globalizzazione e più vero in legame con la natura e con elementi naturali. In tal senso, il pubblico statunitense pare abbia colto molto bene quelli che sono i nostri intenti probabilmente perché negli italiani di seconda, terza e quarta generazione è ancora molto vivo questo senso di appartenenza alle radici che li hanno portati ad essere quello che sono oggi, nonostante la distanza geografica dalla Terra madre” – commenta Mauro Maugeri sullo scopo del progetto.

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Dalla connessione con la natura prendono vita la storia e le tradizioni di un popolo, oggetto dell’apprezzamento del pubblico oltreoceano per il contrasto all’omologazione imperante che oggi affligge la nostra società. Come osservava Durkheim ad inizio ‘900, il sacro non è altro che la manifestazione simbolica della società e i rituali sono il tramite per far rivivere periodicamente ai membri di una comunità le tradizioni e i valori morali collettivi. Le credenze riguardanti il sacro, quindi, sono rappresentazioni collettive il cui oggetto è la società di cui “I Misteri” coglie le sfumature più autoctone, preservandone l’autenticità.

Infatti, il titolo non fa riferimento alla sfera religiosa pur affrontando l’argomento a livello contenutistico. Il richiamo è ai territori reconditi celati nei culti, con la dimensione magica e rituale che si perpetua nelle tradizioni del popolo in questione. La scena conclusiva intende, dunque, mettere in scena il superamento di tali credenze rappresentando l’abbattimento del muro che avviene durante la festa di San Giacomo a Capizzi, caricandola di un messaggio metaforico.

La panica contemplazione della natura e degli aspetti sovrannaturali in chiave misticheggiante sarà anche oggetto dei progetti futuri di cui Greco anticipa gli sviluppi: “In cantiere abbiamo un nuovo film documentario su un elemento unico e importante che abbiamo in Sicilia.” Alla stregua del precedente lavoro, l’argomento viene affrontato come qualcosa di esotico, che avviene in Sicilia e non potrebbe avvenire altrove, nello specifico ruotando attorno al rapporto che ciascuno dei quattro personaggi intreccia con l’Etna, protagonista della narrazione. “È un documentario che abbiamo già in parte girato e ultimeremo in estate, provando nuovamente a mettere insieme il racconto della nostra terra e della natura con al centro il vulcano che ci trasforma e implica delle scelte del nostro vivere quotidiano ma dall’altra è anche un’enorme attrazione per chi non vive alle sue pendici”.

Anche attorno al vulcano si condensa un velo di mistero che viene a concretizzarsi nei quattro approcci rappresentati: scientifico, attraverso il coinvolgimento del vulcanologo Boris Behncke; religioso con l’apporto di un sacerdote indiano che a seguito del terremoto dal 2018 guida la comunità di Pennisi verso la rinascita; ascetico grazie al contribuito di un docente di filosofia a Parigi che dell’itinerario verso la vetta ne ha fatto un vero e proprio percorso purificante; infine quello magico fornito dall’unico personaggio italiano, una signora catanese, maliarda di professione.

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27 Marzo 2022, 09:50

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