“Non era mobbing ma rigore” | Assolti i vertici dell’Aias

di

31 Ottobre 2013, 18:29

1 min di lettura

PALERMO – Altro che mobbing, solo rigore e stop ai privilegi. È la tesi sostenuta dai legali di Giorgio Di Rosa e Benedetto Bonomo, rispettivamente presidente e dirigente della sede palermitana dell’Aias, l’Associazione italiana per l’assistenza agli spastici. E la Corte d’appello ha dato loro ragione ribaltando il verdetto di primo grado.

Di Rosa e Bonomo erano stati condannati rispettivamente a un anno e dieci mesi, e un anno e tre mesi di carcere. Quello che un dipendente aveva bollato come mobbing, hanno spiegato gli avvocati Claudio Gallina Montana e Vito Agosta, altro non era che il risultato della stagione di rigore avviata dalla nuova dirigenza.

Articoli Correlati

Nel 2007 l’associazione privata senza scopo di lucro era in dissesto. “Piena di debiti, un carrozzone”, l’hanno definita i legali che hanno attribuito a Di Rosa il merito di avere cambiato il corso delle cose, riportando i bilanci in attivo. Quando da Roma l’imputato venne scelto per commissariare Palermo iniziò un nuova stagione segnata da visite fiscali per arginare il dilagare delle assenze per malattia e da trasferimenti dei dipendenti nella sede distaccata di Belmonte Mezzagno per ottimizzare i cosi.

Un dipendente interpretò tutto questo come una persecuzione e denunciò Di Rosa e Bonomo. Che furono condannati in primo grado non per mobbing, il codice penale non prevede il reato, ma per maltrattamenti e lesioni dolose aggravate. Il dipendente era finito in cura dallo psichiatra. Soffriva di ansia e depressione. Ora la quarta sezinde della Corte d’appello di Palermo ha ribaltato la sentenza. Imputati assolti con la formula perché il fatto non sussiste.

Pubblicato il

31 Ottobre 2013, 18:29

Condividi sui social