20 Agosto 2009, 17:05
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Giuseppe Gibilisco è in finale nella gara di salto con l’asta ai mondiali di atletica di Berlino. Sabato potrà puntare a una medaglia. Una buona notizia per un’italietta piccola presentatasi all’evento senza grandi ambizioni, nè speranze. Senza grosse storie da raccontare, almeno finora.
Perché quella di Gibilisco, vulcanico trent’enne di Siracusa, invece è una storia diversa da altre. Uno di quei casi in cui la disciplina praticata diventa, quasi per destino, la metafora di una carriera, di una vita.
Basso, alto, basso è la parabola del salto di Gibilisco, da concludere su un materasso a braccia levate o con un’asta troppo alta, troppo leggera per rimaere su che ti cade verso gli occhi.
Gibilisco non ha ancora vinto nulla in questi mondiali. Ma fa già notizia. E non è un dettaglio da poco, per uno che appena sei anni fa è stato campione del mondo. Comunque vada, Giuseppe da Siracusa è in finale. A vedere un pò come termina quella parabola. Alta, altissima nel 2003 a Parigi, quando scavalcò il tetto del mondo e ci si sedette su. Bassa, troppo bassa tra il 2007 e il 2008 quando fu coinvolto nello scandalo doping Oil for drug. Condannato, assolto, codannato, infine assolto dal Tas di Losanna. Che gli ha restituito l’asta con cui oggi ha saltato 5 metri e 65 centimetri. “Ho ritrovato la voglia di allenarmi – ha detto dopo la qualificazione – nuovi stimoli, il sorriso, quasi la voglia di vivere. Una vita ritrovata, anche se qualcuno ha cercato di spegnerla”. Colpi bassi, secondo Gibilisco, che non gli hanno impedito, oggi, di volare alto verso la finale di sabato.
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20 Agosto 2009, 17:05