15 Giugno 2016, 15:46
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PALERMO – “La qualità del mare di Sicilia, dal punto di vista chimico e biologico, è ottima”. L’annuncio arriva da Arpa Sicilia che ha presentano stamane lo “stato di avanzamento dei piani di monitoraggio del mare” a bordo della motonave “Galatea”, l’imbarcazione oceanica utilizzata dall’ente siciliano per il campionamento delle acque territoriali. “Con il programma di attività strategiche per il mare lanciata proprio quest’anno – spiega il direttore di Arpa Sicilia, Francesco Licata di Baucina – potremo avere risultati dettagliati sulla qualità delle nostre acque entro le 12 miglia dalla costa”. Infatti, il programma “Marine Strategy”, che si inserisce nei “Pianti di Monitoraggio” attuati tra Arpa, il Ministero dell’Ambiente, Territorio e del Mare e le Agenzie regionali per la Protezione dell’Ambiente, consentirà un “accurato campionamento delle acque marine di Sicilia”: “Il programma rientra in una strategia complessiva per le acque – aggiunge il direttore di Arpa Sicilia – infatti comprenderà l’indagine non soltanto delle acque marine, ma anche quelle di quelle terrestri, profonde e superficiali, anticipando i tempi sul nuovo piano sulle Acque della Regione Siciliana”. L’ente di ricerca, dalle prime attività di campionamento sulla qualità del mare, anche grazie all’ausilio delle due motonavi “Galatea” e “Teti”, gestite in via esclusiva proprio da Arpa Sicilia, valuta “positivamente” lo “stato di salute” del mare dell’Isola: “La qualità delle nostre coste è ottima – commenta il responsabile dell’Area Mare di Arpa Sicilia, Vincenzo Ruvolo – è naturale che nelle zone dove esiste una maggiore attività antropica, soprattutto di tipo industriale e legata in particolare ad attività agricole, dove spesso vengono utilizzati pesticidi, l’impatto negativo sulla qualità delle acque viene rilevato nei nostri dati, ma non è nulla di preoccupante”.
Tra le attività di monitoraggio svolte dall’ente di ricerca siciliano, anche quella sulla qualità delle “acque superficiali e sotterranee”, dove la situazione, invece, appare decisamente “negativa”. “Oltre la metà dei corpi idrici sotterranei di Sicilia, oggetto della nostra indagine, circa ottanta negli ultimi quattro anni – chiarisce il responsabile dei monitoraggi ambientali di Arpa Sicilia, Anna Abita – presente attualmente uno stato cattivo rispetto gli indici stabiliti”. Ma è proprio la “pessima qualità” dei “corpi idrici sotterranei” di Sicilia, che preoccupa gli esperti, per le “pesanti ripercussioni” che potrebbe avere per le comunità locali: “La maggior parte dei pozzi che abbiamo monitorato negli anni e che per la maggior parte non raggiungono la sufficienza in termini di qualità delle acque, vengono destinate al consumo umano e ricadono spesso– aggiunge Abita – in aree ambientali protette”. “Le nostre indagini si sono distribuite in tutto il territorio siciliano e i nostri dati sono stati trasmessi al Mistero dell’Ambiente che ha messo in programma – conclude il responsabile dei monitoraggi ambientali di Arpa Sicilia – misure specifiche di risanamento”.
Nessuna preoccupazione, invece, sulla cosiddetta alga “tossica”, la Ostreopsis ovata, che come ogni anno arriverà anche sulle coste del palermitano: “E’ improprio definire tossica un alga che produce i noti effetti alle vie respiratorie soltanto ad alcuni soggetti che hanno particolari allergie o intolleranze – spiega Vincenzo Ruvolo, che conclude – come ogni anno, non appena le temperature climatiche esterne e marine saranno in aumento, l’alga tornerà a presentarsi e proprio per questo sarà dovere dei comuni di istallare gli appositi cartelli laddove saranno presenti”.
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15 Giugno 2016, 15:46