30 Novembre 2013, 11:48
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PALERMO – “Non esiste più alcuna intesa politica col sindaco. E a me la poltrona non interessa”. Con queste motivazioni, Marco Intravaia, assessore alla Polizia Municipale e Legalità del Comune di Monreale, sbatte la porta e se ne va.
Il motivo dello strappo col primo cittadino di Monreale, Filippo Di Matteo, è la revoca di un’ordinanza con la quale l’assessore aveva disposto la chiusura al traffico delle due piazze principali della cittadina del Palermitano. Quelle adiacenti al meraviglioso Duomo.
“Mi sono sempre battuto – spiega Intravaia – per la pedonalizzazione del centro, anche in vista della visita dell’Unesco che avverrà prestissimo. La visita era finalizzata all’ammissione del Duomo di Monreale nel patrimonio dell’Organizzazione. Ma uno dei requisiti richiesti era proprio la chiusura al traffico di quelle piazze”.
Un’ordinanza, quella al centro della polemica, annunciata in effetti già alcuni mesi fa. In primavera, infatti, Intravaia spiegò l’obiettivo di quel provvedimento: “Quello di valorizzare il nostro patrimonio artistico e di salvaguardare i nostri siti culturali rendendo più vivibile il centro storico della nostra splendida città. Abbiamo ascoltato i commercianti del centro – spiegava l’assessore – e abbiamo deciso di rendere pedonali le due piazze principali, allo scopo di consentire ai cittadini e ai migliaia di turisti, che in questo periodo affollano Monreale, di godere delle bellezze del nostro centro storico e di consentire allo stesso tempo la possibilità di effettuare dello shopping a piedi sicuramente utile ad arginare, anche se in parte, la crisi economica che in questi mesi ha colpito le attività dei nostri commercianti. Prevediamo – concludeva in quell’occasione Intravaia – di attuare, entro ottobre, un nuovo piano viario che coinvolga tutta la città”. Ma quel piano, appunto, è stato bocciato dal sindaco. E ha convinto l’assessore a lasciare la giunta.
Marco Intravaia è il figlio del brigadiere Domenico, caduto a Nassiriya nel 2003. E al quale il giovane assessore, il 12 novembre scorso, in occasione del decennale di quell’attentato, ha dedicato una commovente lettera aperta.
“Mi sono reso conto – spiega oggi – che la politica non è il mio mestiere. Anche se l’impegno per la mia città e per i miei concittadini non mancherà mai. Di certo, – conclude – non sono affezionato alle poltrone. Coerenza e legalità sono valori che mi hanno da sempre contraddistinto, non posso tradirli. Sono rimasto sino ad oggi perché convinto di poter fare qualcosa di diverso e di positivo per la nostra città, ma non mi è stato consentito”.
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30 Novembre 2013, 11:48