PALERMO – Poche ore dopo la strage arriva una foto via Instagram sul cellulare di uno dei giovani di Monreale presenti la notte della rissa. Un amico condivide l’immagine di due ragazzi. Il messaggio che l’accompagna è eloquente: “Chiddu a sinistra sparò” e “quello a destra portava il motore vita… vita non me li posso scordare”.
Nella pancia dei social c’era già tutto, o quasi, ancor prima che gli investigatori lo mettessero nero su bianco. Per chiedere e ottenere l’arresto di qualcuno serve molto di più del passaparola social che però ha aiutato chi indaga.
Come è accaduto con un’altra foto in cui si vedono Salvatore Calvaruso, Samuel Acquisto, Mattias Conti – i tre arrestati con l’accusa di concorso in strage – assieme ad altri amici. Probabilmente lo scatto risale alla sera prima che a Monreale scoppiasse il putiferio. È stata una ragazza distrutta dal dolore per la perdita di una persona a lei cara che l’ha postata manifestando tutta la sua rabbia: “ecco a voi le facce di sti cati i munnizza, siete l’aborto”.
Dopo la sparatoria Conti, così annotano gli investigatori, ha “ristretto la possibilità per soggetti diversi dai suoi amici di accedere alla visione dei profili a lui riconducibili”. Un tentativo di evitare che qualcuno cercasse e trovasse prove.
Troppo tardi per mettere al sicuro le informazioni condivise sui social, diventati ormai la scatola nera delle nostre vite. Non è un caso che nessuno dei tre arrestati aveva con sé il cellulare quando è stato fermato o si è consegnato in caserma. Hanno detto di averlo perso durante la fuga o gettato via proprio come le pistole usate per uccidere Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo.
È anche sui social che si guarda nello step successivo all’arresto dei due ragazzi che avrebbero sparato e del terzo che guidava la moto sui cui sono fuggiti.
Da Palermo a Monreale è arrivato “un gruppo di ragazzi, circa nove a bordo di scooter. Credo fossero cinque scooter”. In realtà c’era anche la Bmw Gs guidata da Acquisto. Bisogna individuare coloro che hanno partecipato alla rissa. Il lavoro prosegue ora che “il generale clima di paura va progressivamente affievolendosi”.