22 Dicembre 2016, 11:30
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PALERMO – Catania ha archiviato non trovando elementi di rilevanza penale. Ma ha inviato le carte al Csm perché le valuti. Si tratta degli appunti trovati tra i file di Antonello Montante, presidente della Confindustria siciliana sotto indagine a Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa, nel corso delle perquisizioni disposte dai magistrati nisseni. Montante aveva annotato ogni appuntamento e la corrispondenza su presunte richieste di raccomandazioni o appoggi vari, scrive oggi il Corriere della Sera, con una decina di magistrati. La procura di Catania, titolare delle indagini in cui sono coinvolte le toghe di Caltanissetta, dove hanno prestato servizio gran parte delle toghe inserite nell’archivio dell’imprenditore, non ha trovato nulla di rilevante da un punto di vista penale ma ha inviato gli atti al Csm per eventuali valutazioni.
Negli appunti dettagliati di Montante si trovano informazioni sul procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, già pg di Caltanissetta, l’attuale pg Sergio Lari, ex capo della procura che oggi indaga Montante, i magistrati Giuseppe Barcellona, Salvatore Cardinale e Claudio Dell’Acqua, l’ex pg aggiunto Domenico Gozzo, l’ex procuratore di Gela Lucia Lotti e altri. I file fanno riferimento a un periodo in cui Montante era un imprenditore con incarichi di rilievo in Confindustria anche sul tema della legalità e dell’antiracket e quindi prima che fosse nota l’indagine che lo riguarda per le accuse che l’esponente confindustriale ha sempre respinto.
Oltre agli incontri, scrive la cronaca del Corriere, sarebbero stati trovati promemoria su consegne di curriculum di familiari e conoscenti, ma anche appunti che Montante attribuisce a Scarpinato relativi alla composizione del Csm che doveva decidere su un suo nuovo incarico. Alcuni file riguardano anche Lari, che da procuratore avviò l’indagine per concorso esterno a suo carico, con riferimenti a una vecchia bicicletta da restaurare e al curriculum di un agente di scorta morto. Dal file relativo a Cardinale “sono saltati fuori riferimenti alle qualificazioni professionali di figlia e nipote”. I pm catanesi hanno chiesto conto a Montante, riscontrando un atteggiamento giudicato “reticente” ed esprimendo – conclude la cronaca del Corriere – “’perplessità’ per il meticoloso lavoro di archiviazione nei confronti delle toghe con cui era entrato in contatto”.
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22 Dicembre 2016, 11:30