Monterosso, ignorata l’Avvocatura | Il governo non sarà “parte civile”

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29 Maggio 2017, 06:00

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PALERMO – Il parere dell’Avvocatura dello Stato è stato trasmesso alla Regione a fine aprile. Con un paio di settimane di anticipo rispetto alla prima udienza dibattimentale del processo per peculato che vede imputata, col rito abbreviato, il Segretario generale della Regione Patrizia Monterosso. L’atto dell’Avvocatura, segretissimo, è molto chiaro: è necessario che la Regione si costituisca parte civile. Ma il governo Crocetta al processo non si è costituito. Non chiederà “i danni” per conto dei siciliani.

Quel parere, infatti, è stato ignorato. Consapevolmente o inconsapevolmente. “Io non so nulla”, dice infatti il governatore Crocetta. Ma sono diverse le fonti che confermano sia l’esistenza sia il contenuto di quel parere. Un parere che sarebbe stato persino trasmesso alla segreteria di giunta dagli uffici dell’Assessorato alla Formazione e Istruzione, competente per “materia”. Ma da lì, nulla.

Il governo non si è costituito parte civile, quindi. E dal punto di vista politico, può anche essere una scelta logica. Il presidente della Regione, infatti, ha sempre e pubblicamente preso le difese del Segretario generale, suo braccio destro. Una costituzione di parte civile, di fatto, avrebbe messo il governo Crocetta nella condizione assai imbarazzante di trovarsi in un processo sostanzialmente in una parte avversa rispetto alla dirigente che oggi rappresenta non solo il vertice della burocrazia regionale, ma anche, appunto, una delle più strette e fidate collaboratrici del presidente.

Ma il parere dell’Avvocatura, consigliando al governo la costituzione di parte civile, entra anche nel merito: parlando di evidente opportunità e accennando a esigenze di assoluta imparzialità. Insomma, perché per tanti altri casi la Regione ha deciso di costituirsi e invece ha deciso diversamente in questa circostanza?

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A dire il vero, un primo parere dell’Avvocatura, risalente all’ottobre del 2016, aveva sconsigliato la costituzione parte civile. Precisando, però, che quella era una posizione assunta “allo stato”. Insomma, così come stavano le cose in quei giorni, la Regione avrebbe fatto meglio ad attendere. In particolare, l’esito di un procedimento di fronte ai tribunali amministrativi. Una prima sentenza del Tar, risalente all’aprile del 2015, aveva infatti in sostanza affermato la legittimità della cosiddetta “compensazione”. Si tratta del procedimento che l’assessorato alla Formazione avrebbe innescato per “rientrare” delle somme illegittimamente erogate sotto forma di “extrabudget” agli enti di Formazione. Erogazioni che hanno portato già in sede contabile alla condanna della stessa Monterosso a oltre un milione di euro di risarcimento.

Il tentativo della Regione di “recuperare” quelle somme, sostanzialmente bloccando nuovi finanziamenti agli enti in precedenza destinatari degli extrabudget, è stato però oggetto della contestazione dei pm palermitani. Che hanno chiesto per Patrizia Monterosso una condanna a quattro anni, con l’accusa di peculato: per la Procura il tentativo di “recupero” aveva l’obiettivo proprio di “evitare” la condanna contabile della dirigente.

Nel frattempo, la sentenza del Tar che affermava la regolarità delle compensazioni, è stata appellata. E ancora il Cga non si è espresso. È probabilmente questo il motivo che ha spinto l’Avvocatura a rilasciare un parere diverso dal primo, considerato anche il fatto che l’ultimo giorno utile per la costituzione di parte civile si stava avvicinando. Così, ecco a fine aprile il nuovo atto dell’Avvocatura. Che ha reputato, per ragioni di opportunità e imparzialità, necessaria la costituzione da parte del governo. Che però non si è costituito. “Ma io quel parere non l’ho visto”, assicura il presidente Crocetta.

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29 Maggio 2017, 06:00

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