05 Settembre 2018, 17:07
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PALERMO – Pagine e pagine di verbali e ore di udienze per ricostruire le malefatte di Patrizia Monterosso, descritta come mafiosa, tangentista e massone. Tutto falso.
Le calunnie contro l’ex segretario generale della Regione siciliana, oggi direttrice generale della fondazione Federico II, sono costate una richiesta di rinvio a giudizio all’architetto Giuseppe Tuzzolino. L’udienza preliminare è fissata il 23 ottobre. Nell’agosto 2016 Tuzzolino parlò dell’esistenza di una loggia a Castelvetrano che incassava il 5 per cento su ogni impianto fotovoltaico realizzato nel Trapanese. I soldi sarebbero finiti in tasca a Monterosso che avrebbe fatto da mediatore fra la massoneria trapanese e l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
“Tutto assolutamente falso, ma perché queste incredibili dichiarazioni?”, si chiede l’avvocato Nino Caleca che depositò una querela finita sul tavolo del pubblico ministero Francesca Dessì.
L’architetto definiva Monterosso “una nostra sorella in massoneria e si occupava degli interessi di tutti i componenti della Loggia La Sicilia. Si è occupata di far comunicare la massoneria di Trapani con Raffaele Lombardo, ad esempio nell’interesse della società Vento Divino, di Nicastri, poi sequestrata”. Vito Nicastri, imprenditore del fotovoltaico di Mazara del Vallo, ha subito prima il sequestro e poi la confisca di un patrimonio miliardario. Non è tutto. Secondo il racconto di Tuzzolino, Monterosso si faceva pagare con gioielli Cartier e orologi Rolex.
Quando le dichiarazioni del pentito, per un periodo sotto protezione, divennero pubbliche il dibattito politico si infiammò. I primi ad invocare l’intervento della Commissione parlamentare antimafia per chiarire “i gravissimi fatti” furono alcuni deputati regionale del Movimento 5 Stelle. E la Commissione avviò un giro di audizioni per affrontare anche il caso Monterosso. Un caso, come tanti altri, costruito sulle fantasie dell’architetto Tuzzolino.
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05 Settembre 2018, 17:07