23 Maggio 2012, 10:16
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“Non c’è alcuna ragione di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità. L’unica ragion di Stato è la verità”. Le parole del premier Mario Monti, giunto a Palermo questa mattina, portano il peso di vent’anni passati senza che sulle stagi di Capaci e via D’Amelio sia stata fatta luce. “Sulle stragi di Falcone e Borsellino – ha detto il primo ministro – in questi anni sono emersi particolari che hanno fatto rivedere sentenze e pezzi mancanti che devono essere cercati fino in fondo”. E la ricerca non si deve fermare: “non bisogna mai stancarsi di trovare la verità”.
Giunto questa mattina al giardino della memoria delle vittime di mafia, a Ciaculli, il presidente del Consiglio Monti chiede un impegno che va portato avanti “per le vittime della mafia, per i familiari, per gli onesti, per i cittadini e per dare la speranza ai nostri figli”. Secondo il primo ministro, proprio “a quegli uomini e da quelle donne bisogna ripartire nella lotta senza quartiere che dobbiamo fare contro tutte le mafie, senza pensare che le mafie siano imbattibili”. Ma a combatterle non deve essere solo il Sud: “Cosa nostra non si sconfigge solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria e la camorra solo a Napoli. Tutto il nostro Paese deve impegnarsi nella lotta alle mafie, senza illudersi di esserne immuni”.
L’entusiasmo del presidente del Consiglio è vivo: “Sto vedendo la manifestazione più bella, più forte e più viva contro la mafia, che è quella di questi giovani che sono qui. Questa è veramente la voglia di combattere la mafia. Magnifico!”. L’esempio, però, secondo il premier, deve arrivare dall’alto: “Deve esserci un impegno sempre più forte nella selezione dei rappresentanti da eleggere ai vari livelli di governo. Gli apparati dello Stato devono essere sempre lontani dal sospetto di legami di prossimità con le organizzazioni mafiose” anche attraverso “lo scioglimento degli enti locali infiltrati dalle mafie”. Per questo “il Parlamento ha recentemente varato una prima riorganizzazione della normativa antimafia, ma è un lavoro che non si è completato. Su alcuni punti c’é l’impegno del governo ed è in stato avanzato”. In particolare “il governo proporrà alcune soluzioni nell’ambito delle leggi in discussione in Parlamento e per il funzionamento delle strutture amministrative”.
Prima di lasciare il Giardino della Memoria di Ciaculli per dirigersi all’aula bunker dell’Ucciardone, il premier Mario Monti ha scoperto una lapide di marmo nera con impressi i nomi di oltre 200 vittime della mafia. Alla cerimonia organizzata dall’Associazione nazionale magistrati e dall’Unione cronisti hanno assistito diversi familiari di vittime, tra cui Maria Falcone, Caterina Chinnici, Bernardo Mattarella, Pina Maisano Grassi, Placido Rizzotto, Salvatore Burrafato, Giovanni Impastato, Sonia Alfano.
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23 Maggio 2012, 10:16