Morgana, dalla crisalide | alle ali di farfalla

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25 Gennaio 2010, 17:35

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Chi la conosce, ha suggerito: “Se scrivi di Morgana, non trattarla come una parentesi originale. Non offrirle un’occhiata morbosa. E’ una persona normale, caparbia, dolce e vera. Guarda oltre, non solo in superficie”. Bè, la superficie è solcata da un paio di occhi che si ricordano, tanto per cominciare. E poi perché dovremmo considerare Morgana Gargiulo un’eccezione alla regola? Perché è un trans? Perché ci sono operazioni di mezzo, a costellare la mutazione avvertita come necessità? Perché è stata scelta per partecipare in un ruolo importante a “Panelle e Crocché”, la prima sit-com sul web? Cè pure quello che non si vede. C’è una strada in salita, la volontà di superare gli le tagliole, fino a raggiungere la propria identità come un premio finale. Un lungo viaggio. Da fuori a dentro. Infine, di nuovo fuori per lasciar emergere il tesoro sepolto da qualche parte nella zona d’ombra, nella conca scandagliata da un cuore speleologo. Uno scherzo della natura? Morgana, casomai, è l’elogio di quel percorso a ostacoli che ci ostiniamo a chiamare normalità

Non la incontro oggi  per la prima volta. Anni fa la intervistai. Era stata appena vittima di una oltraggiosa aggressione razzista, a Palermo, in pieno centro. Morgana aveva i capelli biondi e ricci, allora. Sospirava a fiato grosso accanto a un muro. Il respiro si condensava in piccole nuvole che trattenevano a stento parole rabbiose. “Questa città fa schifo”, disse. Era una sentenza. L’ho riconosciuta dagli occhi.

Morgana, ricorda il nostro primo colloquio?
“Sì”.

Come sta?
“Bene. Sono un po’ influenzata”.

Come sta dentro?
“Benissimo, sono cresciuta”.

Questa città è sempre intollerante?
“No, è cambiata in meglio. Capisco un po’ di più la gente”.

In che senso?
“Sono andata a passeggiare con le mie nipotine in via Lincoln. Gente seminuda già alle sette di sera. Per fortuna, è da tanto che quel mondo non mi appartiene più. Comprendo chi si indigna”.

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Lei a chi appartiene?
“A me stessa, finalmente. Ho affrontato il cammino, il mio percorso di trasformazione. Grazie ai miei genitori”.

Che genitori sono stati? Che genitori sono?
“Splendidi. Mio papà faceva il macellaio. Ha saputo. Ha detto: ‘Se ti servono soldi per realizzare il tuo sogno, andiamo in banca subito. Non c’è problema”.

Lei chi è, Morgana?
“Io? La più bella, no? (ride)”.

Aveva i capelli biondi. Ora sono rossi.
“Si cresce”.

Perché ha scelto di partecipare a “Panelle e Crocchè, affrontando il casting e vincendo?
“Per voglia di misurarmi”

Si vuole bene?
“Sì. Però ho un brutto carattere”.

La vedremo nella sit-com Morgana. La prima volta che ci incontrammo, mi capitò di scrivere che la crisalide stava lottando per diventare una farfalla. Questo, forse, è il momento delle ali.

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25 Gennaio 2010, 17:35

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