“Prove confuse e contraddittorie” | Perchè furono assolti Mori e Obinu

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14 Ottobre 2013, 19:16

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PALERMO – “Il quadro probatorio emerso dalla articolatissima istruzione dibattimentale si presenta spesso, nei vari segmenti che lo compongono, incerto, talora confuso ed anche contraddittorio. Esso è formato da indicazioni frammentarie che in molti casi possono essere ricondotte ad una sintesi solo con il ricorso ad elaborati ragionamenti: tale metodo, però, non sempre garantisce il raggiungimento di risultati sicuri”: così i giudici della quarta sezione del tribunale di Palermo, che hanno assolto gli ufficiali dell’Arma Mario Mori e Mauro Obinu dall’accusa di favoreggiamento alla mafia, nelle motivazioni della sentenza, depositate oggi, definiscono le prove raccolte dai pm.

“Scelte operative discutibili, astrattamente idonee a compromettere il buon esito di una operazione che avrebbe potuto procurare la cattura di Bernardo Provenzano”: così i giudici definiscono le indagini finalizzate alla cattura del capomafia di Corleone svolte dagli ufficiali del Ros Mario Mori e Mauro Obinu. Entrambi sono stati accusati di favoreggiamento alla mafia proprio per avere bloccato il blitz che, ad ottobre del 1995, secondo la Procura, avrebbe potuto portare alla cattura del padrino.

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“Si deve, però, rilevare che, benché non manchino aspetti che sono rimasti opachi – concludono i giudici – la compiuta disamina delle risultanze processuali non ha consentito di ritenere adeguatamente provato – ad di là di ogni ragionevole dubbio, come richiede la legge – che le scelte operative in questione, giuste o errate, siano state dettate dalla deliberata volontà degli imputati di salvaguardare la latitanza di Bernardo Provenzano o di ostacolarne la cattura”.

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14 Ottobre 2013, 19:16

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