12 Giugno 2014, 15:52
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PALERMO – Cambia ancora versione. Salvatore Maniscalco dice di avere mentito nelle precedenti e contraddittorie ricostruzioni. E intanto sul fronte investigativo si profila un macabro scenario. Il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa ha convalidato il fermo dell’uomo accusato di avere ucciso e bruciato la moglie Concetta Conigliaro, 27 anni, scomparsa il 9 aprile scorso da San Giuseppe Jato. Il corpo della ragazza potrebbe essere stato fatto a pezzi.
Davanti al giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa, Maniscalco ha raccontato che la morte della moglie – i due erano vicini anche alla separazione formale – sarebbe stata accidentale. Stavano litigando in casa, Concetta è caduta e ha battuto la testa. A quel punto, Maniscalco, preso dal panico, avrebbe deciso di bruciarne il corpo. È stato lui stesso a indicare il luogo dove erano nascosti i resti. Una nuova versione, dunque, che si aggiunge a quelle rese davanti ai carabinieri della compagnia e del gruppo di Monreale. Dapprima ha raccontato che la moglie si era suicidata con un sacchetto di plastica. L’aveva trovata soffocata in casa. Poi, però, ha detto di averla aiutata a togliersi la vita perché “lei voleva morire”, salvo aggiungere di averla bruciata per “rabbia e gelosia”. Infine, ha tirato in ballo un altro uomo con cui Concetta aveva una relazione. Sarebbe stato lui ad ucciderla.
Tra i tanti dubbi, ci sono alcune certezze. E sono quelle sulla base delle quali il pubblico ministero Gianluca De Leo ha chiesto il fermo ora convalidato. Maniscalco aveva il telefono della vittima che, per sua stessa ammissione, ha fatto ritrovare alla stazione dei treni. Ed aveva pure il giubbotto rosso di Concetta, lo stesso che è stato abbandonata vicino alla casa dei genitori della vittima. Maniscalco ha detto, però, di averlo gettato in un cassonetto della spazzatura. Secondo gli investigatori, ci sarebbe pure un movente: i rapporti fra i due erano conflittuali da tempo, pare che Concetta le avesse imposto di vivere a casa con un secondo uomo.
E poi c’è la circostanza chiave: è stato Maniscalco a fare ritrovare le ossa. Un ritrovamento che apre uno scenario macabro. Si tratta di poche ossa. Impossibile che siano gli unici resti di un corpo bruciato per intero. Da qui l’ipotesi che i resti possano essere stati abbandonati in più punti. Oppure che l’autore del delitto possa avere infierito sul corpo. Mentre si attende ancora la conferma che le ossa appartengano a Concetta, si continua a indagare per trovare i presunti complici del presunto killer che si trova all’Ucciardone. Il suo fermo è stato convalidato.
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12 Giugno 2014, 15:52