Melania, investita e uccisa| La tragedia nelle parole del marito

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30 Novembre 2016, 06:29

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GIARRE. E’ ancora impossibile per Giuseppe Di Bella ricordare la moglie Melania, quel tragico 25 agosto, e riuscire a trattenere le lacrime. Troppo vivo ancora il dolore per una morte così assurda, avvenuta in un giorno qualunque, lungo quella strada, la statale 114 a San Leonardello, che la moglie percorreva ogni giorno per andare a lavoro. Ma quel giovedì mattina sulla sua strada ha trovato un’Audi A4, alla cui guida si trovava un 22enne di San Giovanni La Punta. Quell’incidente ha spezzato la vita della 35enne giarrese, distruggendo per sempre anche quella di Giuseppe e dei suoi bambini. “La mia vita – racconta – è cambiata totalmente e per sempre da quel giorno. Per me è come se fosse successo ieri. Rivivo sempre quelle immagini, di me che corro verso la macchina di Melania. Ci ripenso ogni giorno, non riesco a cancellarle, a darmi pace”.

Giuseppe ricorda tutto di quella mattina. Tutto sembrava uguale ad ogni mattina. E poi, improvvisamente, quella telefonata che sconvolge l’esistenza. “Sfortunatamente mi ricordo tutto – dice ancora Giuseppe – Ricordo di aver trovato mia moglie lì seduta, di aver cercato di svegliarla. Era uscita per andare a lavoro, come tutte le mattine. Poi mi è arrivata quella telefonata…la sera prima sei tranquillo, giochi a letto con i bambini e poi tutto finisce”.

Ha lasciato due bambini Melania, mamma dolce e premurosa. Avrebbe fatto di tutto per loro. “Era dolce con tutti – ricorda Giuseppe – Anche se con chi non conosceva era molto timida. Ma amava tutti, in particolar modo i suoi figli. Per loro si sarebbe fatta uccidere”.

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Ed è questa la parte più difficile. Essere forte per quei bambini e riuscire a trovare le parole giuste per spiegare una tragedia troppo più grande di loro. “Il grande è riuscito a realizzare quello che è successo – spiega Giuseppe – Gli ho chiesto se voleva vedere la madre e lui ha detto di sì. Il più piccolo no. La scorsa settimana siamo tornati a casa nostra e sperava di trovare la mamma. Sono piccole cose quotidiane che ti distruggono. La sera – prosegue – è il momento peggiore della giornata. Quando andiamo a letto e, invece di baciare la madre, i miei figli baciano la sua foto”. Momenti strazianti, piccoli rituali quotidiani, che scavano giorno dopo giorno in una ferita che non trova consolazione.

Giuseppe non ha mai incontrato il 22enne indagato per l’omicidio della moglie. “Non l’ho mai visto – dice – Non so nemmeno che persona sia, non mi interessa. Non riuscirei a guardarlo, a parlargli. Potrei reagire male. E’ troppa ancora la rabbia ed il dolore”.

Le indagini preliminari, condotte dal pubblico ministero Francesco Brando, non si sono ancora concluse. Si attendono gli esiti delle perizie disposte sulle due auto coinvolte, sul luogo dell’incidente e sul telefono cellulare dell’indagato. Probabilmente saranno depositate a gennaio. Giuseppe adesso si aspetta giustizia. “Mi aspetto che gli diano il massimo della pena – dichiara – Per quanto mi riguarda dovrebbe prendere l’ergastolo, ma spero perlomeno che abbia il massimo previsto. Non mi ripagherà per niente… nulla mi ripagherà per la morte di Melania. Ma spero che almeno paghi, perché quando si porta la macchina e si guida in quel modo, significa avere un’arma per uccidere”.

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30 Novembre 2016, 06:29

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