“Uccisi dall’amianto”| Una strage senza fine

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19 Maggio 2018, 11:24

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PALERMO – Il registro dei morti va aggiornato. Non è una questione di freddi numeri, ma di dolore. Il dolore di chi ha combattuto invano contro la malattia e di chi ha assistito senza potere fare nulla e ora ha un vuoto incolmabile.

Si è aperto l’ennesimo processo che vede imputati tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri di Palermo: Luciano Lemetti, Antonino Cipponeri e Giuseppe Cortesi. I tre non avrebbero adottato le cautele previste dalla legge per le lavorazioni dell’amianto provocando la morte di dieci operai mentre altri cinque si sono gravemente ammalati. Saldatori, elettricisti, fabbri uccisi dall’amianto.

Niente mascherine, cambio di abiti e lunghe pause di lavoro per consentire ai polmoni di liberarsi dalle polveri sottili. Il risultato è un bollettino impressionante: 192 persone si sono ammalate, la stragrande maggioranza è deceduta colpita da asbestosi, neoplasie e carcinomi ai polmoni. Una strage senza fine a cui vanno aggiunti i decessi per cui non si è mai celebrato un processo e mai si celebrerà per l’intervenuta prescrizione. Ed ancora ci sono i casi mai emersi perché, a differenza di quanto accade oggi, in passato questo di patologie non veniva annotato in appositi registri sanitari.  

I familiari delle vittime e gli operai che lottano ancora contro la malattia si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Fabio Lanfranca, Cristiano Pagano, Paolo Palma, Walter Iadiccio e Marco Cammarata.

 

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19 Maggio 2018, 11:24

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