07 Aprile 2022, 16:41
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Ciao Papà Natale, scusa la fretta, nell’affetto immenso. Ma l’online ha fretta ed è una fretta diversa da quella del cartaceo, il ‘Giornale di Sicilia’, su cui ci hai insegnato a scrivere e a leggere da giornalisti. Non era meno frettolosa, era differente. Apprendiamo della circostanza della tua morte e noi, tanti, che siamo quasi tutti tuoi figli, versiamo una lacrima, perché, appunto, abbiamo fretta. Piangeremo meglio stasera.
Il tuo curriculum è scolpito nella storia del mestiere. Caposervizio, giornalista esperto di economia, con tanti incarichi nel mondo della professione. Ma a chi ti ha conosciuto non resta soltanto questo, che è pure importantissimo. A noi rimane il primo sorriso. Che adesso è diventato l’ultimo.
A me toccò in un giorno buio e tempestoso. C’eravate tu e Angelo, negli stanzoni di via Lincoln. Tu mi guardasti. Io ti guardai. Tu mi guardasti, di nuovo, e poi guardasti Angelo: “A chistu chi ci facemu fari”. Lo presi come uno strano incoraggiamento. E altri sorrisi e tante risate. E il tuo gigioneggiare compiaciuto quando leggevi qualcosa di pregevole dei tuoi ragazzi. E quel giorno in cui mi regalasti la saggezza definitiva: “Bel pezzo, Robbè. Ma, nelle prime venti righe, si deve almeno capire di cosa stiamo parlando”.
E altre stranissime disavventure, come quando eravamo insieme e ci trovammo circondati da un manipolo di arrabbiati a vario titolo che volevano la nostra pelle. Tu prendesti il telefono. Il loro capitano ti guatò truce: “Stai chiamando aiuto?”. Allora, con un piglio risorgimentale, posasti la cornetta, altrettanto trucemente. E rispondesti: “Abbastamu nuatri!”. Cioè io e te e tu avevi avuto almeno un infarto. Ricordo che mi girai, speranzoso, aspettando la carica di cavalleria dall’adiacente toilette. Non arrivò nessuno. Fummo salvati, a sua insaputa, dal passaggio di Angelo Morello. Un possibile linciaggio si trasformò in un simposio sul Palermo.
Ecco, io lo so che è poco del tutto. Ma anche tu predicavi la sintesi. La notizia qual è? Che ci stiamo sentendo, noi, i tuoi ‘biondini’ di allora e siamo tutti affranti, perché sei stato un maestro di bontà e di lavoro. Addio, Papà Natale. Non sarà necessario aspettare stasera per le lacrime.
Si è spento dopo una breve malattia Natale Conti, giornalista di lungo corso ed ex presidente dell’Ordine dei giornalisti Sicilia dal 1995 al 1998. Ha iniziato la sua attività professionale alla Tribuna del Mezzogiorno di Messina, per poi trasferirsi successivamente a Palermo. Per oltre trent’anni ha lavorato al Giornale di Sicilia come redattore e caposervizio, con una particolare competenza sull’informazione economica. Ha anche ricoperto per diversi periodi vari ruoli all’Ordine e in Assostampa Sicilia. Da alcuni anni guidava l’Unione giornalisti pensionati. È stato direttore del master di giornalismo dell’Università di Palermo, intestato a Mario Francese. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 21 maggio. I colleghi ricordano la sua competenza professionale, la grande esperienza in economia, e il garbo frutto della sua indole caratteriale. L’Ordine dei giornalisti Sicilia si unisce al cordoglio dei familiari e della figlia, la collega Maria Teresa
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07 Aprile 2022, 16:41