Morto Pecoraro, resta il mistero | dell’omicidio di Davide Romano

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07 Febbraio 2012, 21:23

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I misteri se li porterà con sé nella tomba. Nicolò Pecoraro, 68 anni, è morto nel carcere di Messina. Stava male da tempo. Aveva pure subito un trapianto di cuore. Lo hanno trovato venerdì privo di vita nella sua cella dove era stato trasferito dopo un ricovero all’Ismett di Palermo, chiesto e ottenuto dal difensore, l’avvocato Massimiliano Miceli. Prima era stato detenuto per un periodo nel carcere di Milano Opera. Pecoraro stava scontando una condanna definitiva per tentato omicidio ed era in attesa di giudizio per una vicenda che si intreccia: l’omicidio di Davide Romano.

La sera che qualcuno ammazza Romano, picciotto del Borgo Vecchio fatto ritrovare dentro il portabagagli di una macchina (nella foto), i poliziotti arrestano Pecoraro, evaso dagli arrestai domiciliari. Lo sorprendono con una pistola calibro 7.65 nell’androne di un palazzo in corso dei Mille. Non è un palazzo come tanti della periferia palermitana. Vi abita anche Giuseppe Ruggeri, genero di Salvatore Lauricella, u Scitilluni, boss del rione Kalsa arrestato dopo un periodo di latitanza. Ruggeri e Romano nell’aprile del 2008 erano finiti in carcere assieme per droga. Due le ipotesi in ballo su cui ancora lavorano i carabinieri del nucleo operativo, coordinati dal colonnello Paolo Piccinelli. La prima: Ruggeri e Romano hanno commesso uno sgarro che qualcuno ha deciso di fargli pagare, ammazzandoli tutti e due. La stessa sera.

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Pecoraro era grande amico del padre del mafioso del Borgo Vecchio trovato morto nel bagagliaio. Si volevano un gran bene Pecoraro e Giovan Battista Romano, inghiottito dalla lupara bianca a metà degli anni Novanta perché tacciato di essere uno sbirro. Da qui la seconda ipotesi investigativa: Pecoraro, venuto a conoscenza della scomparsa di Romano, poche ore dopo, potrebbe avere deciso di vendicare il figli dell’amico.

Della vicinanza fra le due famiglie aveva pure parlato il collaboratore di giustizia Davide De Marchi che così raccontava: “La famiglia del Borgo Vecchio è retta dai fratelli Romano, soprattutto Francesco Paolo, ma anche il fratello Davide, che è quello che mi ha minacciato armato quando mi sono rifiutato di partecipare alle attività nel campo della droga che mi aveva proposto Pietro Tagliavia. Oltre a loro, attivi nella famiglia del Borgo sono Amedeo e Nicola Pecoraro”. Tanti misteri. Un’unica certezza: Pecoraro esce di scena.

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07 Febbraio 2012, 21:23

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