15 Settembre 2014, 12:29
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Da I love Sicilia del settembre 2011, un articolo che racconta la storia di Mosaicoon, la giovane azienda palermitana visitata oggi dal premier Matteo Renzi.
Una villa a Mondello, baciata dal sole. Vista sulle falde di Monte Pellegrino, palme e banani sullo sfondo. Entri e, tra arredi variopinti e frasi di Kubrick appese ai muri, vedi muoversi un pugno di giovani, rigorosamente under 40. Polo, bermuda e infradito sembra essere il dress code. Eppure non siamo in una scena di Point Break e di tavole da wind surf in giro non se ne vedono. In queste stanze, infatti, si naviga su altre acque, quelle sconfinate del web. Un universo ancora in buona parte inesplorato dalle aziende, che qualcuno ha cominciato a indagare prima degli altri, forte di un’intuizione vincente. Come Ugo Parodi Giusino, oggi trentenne, “mondelliano da sempre”, tiene a precisare subito lui. A soli 26 anni, questo giovanotto dagli occhi svegli, appassionato di kite surf e computer, mise su la sua prima, piccola società, la Belsito. L’idea era quella di puntare sui video virali. Roba che uno, a sentirlo la prima volta, si sente un matusa scongelato dal paleolitico.
Virale che? Ugo te lo spiega come se tu avessi quattro anni, direbbe l’avvocato Denzel Washington in Philadelphia: “Sono quei video che metti su Internet magari dal Giappone e vengono visti da diecimila americani. Cominciò così, quando ancora Youtube non esisteva. Era un fenomeno interessante e lo studiai. Pensa che a Palermo non volevano farmi fare la tesi di laurea su questo argomento perché non sembrava interessante”. E invece, Ugo al “viral” crede, eccome. Con il suo primo collaboratore, Giuseppe Costanza, si mette al lavoro. Un premio a Palermo, una passerella importante a Napoli tra le 38 aziende più innovative d’Italia. “Cominciammo ad avere una buona visibilità e a ottenere lavori con partner importanti come Telecom e Credem”, racconta Ugo. La struttura produce campagne pubblicitarie per il web, attraverso lo strumento del video virale. Per capirci, quei video sfiziosi, quelle pubblicità divertenti, intelligenti, che girano sulla Rete e che si guardano con gusto, magari condividendoli sulla propria pagina Facebook o sul proprio blog. È questo il trucco: far girare il video. Si chiama “seeding”, è il lavoro di distribuzione, vitale per un’azienda come Mosaicoon (che per la cronaca è una srl, nata grazie a un investimento di venture capital della Vertis Sgr di Napoli, uno dei due soci insieme al fondatore Ugo Parodi Giusino).
Nel 2010 Mosaicoon ha messo su un parco clienti di grande prestigio. C’è Birra Corona, ma anche il Gruppo Fineco, e poi le radio: Montecarlo, 105 e Virgin. Il core business è quello delle campagne virali. Funziona così: Mosaicoon inventa una campagna, un video da un minuto e rotti che, con un colpo di genio, trasmette l’idea vincente del cliente. Poi, il video deve girare on line. E lì entra in gioco Plavid, la piattaforma di Mosaicoon in cui i siti possono condividere i video incassando un fee che varia a seconda delle loro dimensioni. Cioè, per dirla ancora più semplice: io ho un sito, ci metto dentro il video di Mosaicoon e ci guadagno qualcosa. “In questo modo si possono fare campagne mirate e grazie al nostro software possiamo monitorare l’andamento del video: quanti lo vedono, quanti lo copiano”.
Per dare un’idea di come lavori Mosaicoon, si può raccontare una campagna, con l’avvertenza che come le barzellette se spiegate non fanno ridere, così i video, se raccontati e non visti, perdono la loro forza. La campagna è quella a cui Ugo resta più affezionato, un viral video per Reactiviy, azienda specializzata in design tattico. “Per capirci, quest’azienda realizza, per fare un esempio, quei cartelli con i gelati confezionati che trovate davanti ai bar. Il loro lavoro sta nel farti essere attratto più dal cartello di Sammontana che da quello di Motta, per dirla in parole semplici”, spiega Ugo. E così, nel video, ecco un clochard che chiede l’elemosina sul marciapiede. I passanti non lo degnano di uno sguardo. Finché non arriva il tizio di Reactiviy che gli piazza davanti una serie di cartelli. E le monete arrivano a pioggia, da passanti divertiti, che si fermano persino per una foto ricordo. Nei cartelli, ciascuno posto su un piattino diverso, c’è scritto “per la Ferrari”, “per le vacanze alle Hawaii”, “per la birra” e “per lo smart phone”. Il video accumula 500 mila contatti e centinaia di articoli su siti e blog di tutto il mondo. Mediakey la inserisce tra le dieci migliori campagne non convenzionali del 2010.
Mosaicoon, insomma, ha messo le ali. E continua a raccogliere clienti sempre più importanti, come Unilever. In Sicilia, però, poco o nulla. “Abbiamo realizzato la campagna per il Sicilian Fashion Village di Agira, anche se lì il cliente era bergamasco”. Un video delizioso quello realizzato per lanciare l’outlet nell’Ennese, con degli irresistibili vecchietti che nella placida Agira sfoggiano look trendy con disinvolta ironia. “Questa campagna ha girato il mondo, è stata ripresa dai blogger newyorkesi più famosi”, commenta con orgoglio Ugo.
In Mosaicoon lavorano una ventina di persone. “E tutte si occupano di creatività”, ama sottolineare Ugo. Sono giovani, sorridenti e determinati. Come il direttore clienti Pietro Sorce, uno che ha accumulato una decina d’anni di esperienza importante a Milano e che è tornato in patria stimolato dalla sfida di un’azienda giovane e in grande crescita. A Milano, Mosaicoon aprirà a breve un ufficio, proseguendo il suo rapido cammino verso il successo internazionale. Un cammino da percorrere rigorosamente in infradito.
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15 Settembre 2014, 12:29