20 Luglio 2013, 06:15
3 min di lettura
PALERMO – Colpo a vuoto per i gestori dei locali di Palermo che hanno fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza sindacale dell’amministrazione Orlando che ha imposto rigidi paletti sull’intrattenimento notturno. Il giudice del tribunale amministrativo ha rinviato la trattazione dell’istanza all’udienza del 6 settembre. Se così fosse per gli esercenti, che puntavano innanzitutto sulla sospensione con effetto immediato del provvedimento del Comune, potrebbe trattarsi di una battuta d’arresto non da poco, in virtù del fatto che l’ordinanza è valida fino al 30 settembre, per cui un eventuale pronunciamento favorevole avrebbe effetto per poche settimane e con la stagione estiva ormai agli sgoccioli.
I gestori non ci stanno e hanno già deciso di presentare un’istanza cautelare d’urgenza al presidente del Tar “per chiedere di sospendere immediatamente l’ordinanza – dice a Live Sicilia il loro legale Giovanni Puntarello – perché si profilano pregiudizi gravi e irreparabili per le attività economiche, tali da non consentire l’attesa fino al 6 settembre. L’atto è già stato notificato presso l’Avvocatura comunale – aggiunge –, dopodiché lunedì lo depositeremo al Tar”. Il giudizio dovrebbe arrivare entro mercoledì o comunque nell’arco della prossima settimana. L’avvocato nega la possibilità di altre iniziative da parte degli esercenti: “per adesso l’unica strada è questa”, dice.
Sul ricorso dei gestori, che nel frattempo si sono riuniti nell’associazione “Vivo civile”, incombe anche lo spettro della mozione che il Consiglio comunale ha approvato una decina di giorni fa su proposta del Pdl. Se venisse recepita dall’amministrazione con una “ordinanza-bis”, infatti, la mozione posticiperebbe di un’ora lo stop alla musica il venerdì e il sabato, imporrebbe maggiori controlli sugli abusivi e impegnerebbe la giunta a presentare il piano di zonizzazione acustica previsto per legge. E così, di fatto, verrebbero a mancare i fondamenti su cui si poggia lo stesso ricorso, con il conseguente rischio di un rigetto che suonerebbe come un’amara beffa per gli esercenti. Ecco spiegata la scelta dell’istanza d’urgenza, resasi indispensabile per stringere i tempi. Tra i punti maggiormente contestati, com’è noto, ci sono i limiti orari e di volume della musica, sia di sottofondo sia dal vivo, e il divieto di servire all’esterno bevande in vetro o in lattina. Lapidario il commento del presidente di “Vivo civile”, Antonio Ferrante: “Il Comune si è salvato per un cavillo, ma noi siamo convinti delle nostre ragioni e andremo avanti”.
Dal canto suo l’assessore alle Attività Produttive, Marco Di Marco, tra i fautori dell’ordinanza, frena sull’ipotesi di un nuovo atto che possa accogliere i suggerimenti della mozione consiliare: “È meglio aspettare e capire come si evolve la vicenda”, dice. L’assessore punta dritto all’approvazione del piano di zonizzazione acustica e del nuovo Piano Urbano del Traffico, previsti per legge e propedeutici al battesimo del regolamento generale sulla movida. L’ordinanza, infatti, è stata solo il preludio di una riorganizzazione complessiva della movida in città: “prima il Consiglio dovrà approvare i due piani, che sono disgiunti ma vanno di pari passo – dice –, e in un secondo momento si potrà affrontare la discussione relativa al regolamento sulla movida, che è già pronto da due mesi e che terrà conto delle indicazioni del Put e di un’analisi degli effetti di questa ordinanza”.
Per il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina, “il rinvio deciso dal Tar dimostra quello che pensavo, cioè che la strada giusta non è il ricorso ma la mozione. Solo lavorando di concerto con l’amministrazione si può trovare la soluzione che accontenti tutti e raggiungere così il duplice obiettivo di garantire sia il diritto degli esercenti a svolgere la propria attività, sia quello al riposo dei residenti”.
Pubblicato il
20 Luglio 2013, 06:15