28 Maggio 2013, 06:15
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PALERMO – Una contro-proposta all’ordinanza sulla movida, che tanto malumore ha creato fra i gestori dei locali e i dj palermitani, che comprenda anche il rinvio di dieci giorni dell’entrata in vigore del provvedimento. Queste le richieste di una sessantina di commercianti che oggi dovrebbero incontrare l’assessore alle Attività produttive, Marco Di Marco, nel tentativo di trovare un punto di incontro.
Iniziative illustrate ieri pomeriggio, nel corso di un’affollata conferenza stampa all’Hub di via Libertà, per chiedere al sindaco Leoluca Orlando più tempo e maggiore apertura alle istanze dei commercianti. “Anzitutto chiediamo un rinvio dell’entrata in vigore dell’ordinanza, quindi non più il primo giugno ma il dieci – dice Eduardo De Filippis, consigliere della Settima circoscrizione e rappresentante delle istanze dei gestori dei locali – e soprattutto chiediamo che vengano modificati gli orari entro i quali si dovrà spegnere la musica”.
L’ordinanza, infatti, prevede che nei giorni feriali e festivi la musica venga spenta a mezzanotte, mentre il venerdì, il sabato e i prefestivi all’una. “Noi invece chiediamo di modificarli – continua De Filippis – dal lunedì al giovedì e la domenica fino a mezzanotte e mezza nel centro città e all’una nelle borgate marinare, mentre venerdì e sabato fino all’una in città e alle due nelle borgate”.
Un allungamento della soglia di tolleranza che, nelle intenzioni di dj e gestori, permetterebbe di non danneggiare troppo i locali che, dopo il superamento degli orari, si limiterebbero a musica da sottofondo, concordando col Comune anche le soglie di decibel da non superare. Ma le istanze dei commercianti, tra cui anche Antonio Ferrante, presidente dell’associazione Efatà, riguardano anche la responsabilità dei locali su quel che accade al di fuori di essi. “E’ corretto applicare la normativa che impone i bicchieri di plastica al posto di quelli di vetro – continua De Filippis – ma di certo gli esercenti non possono essere responsabili di quel che accade al di fuori dei locali, ma solo su quello che succede al loro interno. Inoltre, non si capisce perché queste regole non valgano a Ballarò, alla Vucciria o a piazza Magione, dove c’è un low cost totalmente illegale e non ci sono sufficienti controlli. I commercianti sono esasperati”.
Proposte che, come detto, dovrebbero essere consegnate già oggi all’assessore Di Marco che però, a Livesicilia, precisa che non ci potranno essere sconti sugli orari o sulla data di entrata in vigore dell’ordinanza. “Noi abbiamo sempre ascoltato le associazioni di categoria, i locali notturni e discoteche, tutti quelli che volevano parlare con noi lo hanno già fatto – dice l’assessore – ma dobbiamo fare i conti con richieste diametralmente opposte. Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avuto un incontro con alcuni residenti del centro storico che con video, audio, foto e lettere ci hanno mostrato il degrado assoluto di una parte di città in cui si vive una situazione esplosiva. E loro ci hanno chiesto di anticipare l’entrata in vigore dell’ordinanza e di essere ancora più severi con gli orari, anche perché sono stati dati 15 giorni di tempo ai commercianti proprio per adeguarsi. Abbiamo valutato anche quello che accade nel resto d’Europa: in Inghilterra lo stop alla musica arriva alle 23,30, in altre città a mezzanotte. Il piano di zonizzazione acustica terrà conto anche di questi elementi”. E su piazza Magione o Ballarò conclude: “L’ordinanza varrà ovunque, anche lì: forse c’è un po’ di disinformazione”.
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28 Maggio 2013, 06:15