06 Novembre 2015, 15:20
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PALERMO – Sala delle Lapidi, dopo due anni di polemiche e diatribe, approva il regolamento sulla movida, sebbene si tratti di un regolamento a tempo: sei mesi, dopo i quali senza la zonizzazione scadrà tutto. E’ questo l’escamotage trovato dal consiglio comunale per salvare capre e cavoli: accontentare il sindaco, ma anche il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, e al tempo stesso non scontentare troppo i commercianti. L’Aula ha infatti recepito senza modifiche l’emendamento proposto dalla giunta, tranne che per l’inasprimento delle sanzioni, obbligando l’amministrazione attiva a portare a piazza Pretoria, entro 180 giorni, il piano di zonizzazione.
Un copione già visto in occasione del regolamento della pubblicità, approvato ma non entrato sostanzialmente in vigore perché bisogna prima aggiornare le cartografie per poter emanare i bandi. Del resto il tema della movida era uno dei più spinosi, al centro di indagini giudiziarie, centinaia di denunce contro il sindaco, il prefetto e il questore, in attesa che il Gip si determini sul rinvio a giudizio. Oggi è arrivata la sentenza di merito su un ricorso al Tar che conferma la sostanziale bontà dello strumento dell’ordinanza, che in questi due anni Orlando ha emanato ordinanze a oltranza strigliando il consiglio a più riprese.
Ma in realtà, come hanno confermato gli uffici, non c’era alcun vuoto normativo: il regolamento non era obbligatorio, esiste infatti una normativa nazionale che andrebbe semplicemente applicata, e inoltre senza la zonizzazione (obbligatoria da 8 anni ma mai realizzata a Palermo, perché mancano 40 mila euro per aggiornarla) non è possibile fare differenze fra il centro e la periferia.
Cosa prevede quindi il regolamento? Stop alla musica esterna a mezzanotte (dalla domenica al giovedì) e all’una (venerdì e sabato ma solo d’estate), che sia amplificata, con l’obbligo di porte e finestre chiuse per non far passare i rumori; divieto di schiamazzi, urla e “rifiuti corporali” sui muri, divieto di vendita e consumo di alcool all’esterno di notte. Il regolamento durerà sei mesi: se la giunta avrà approvato la zonizzazione, allora resterà in vigore fino al via libera del consiglio, in caso contrario diventerà carta straccia.
Capitolo a parte meritano le sanzioni aggiuntive, ovvero la chiusura per alcuni giorni del locale. Il regolamento infatti conferma sequestri e multe, ma sulle sanzioni accessorie rimane molto vago rimandando alla normativa nazionale presente o futura. Sparisce quindi l’automatismo previsto dall’ordinanza sindacale (7 giorni di chiusura dopo la prima sanzione, 14 dopo la seconda, 21 per la terza e un mese dalla quarta in poi), che era fortemente a rischio ricorso, e viene lasciato un generico riferimento alle legge statale. Ma quindi, quali saranno le sanzioni accessorie? Per il momento non è dato saperlo: il regolamento non lo specifica e gli uffici dovranno stabilirlo, anche con approfondimenti normativi. Sta di fatto che almeno per il momento restano i dubbi, sebbene in questo modo si eviti il rischio di un annullamento del tribunale amministrativo che però potrebbe essere solo rimandato. Secondo la giurisprudenza infatti (almeno per quanto riguarda un orientamento maggioritario e consolidato), un consiglio non può inasprire le sanzioni previste per legge, anche se erano inserite nelle ordinanze del sindaco.
Alla fine, chi vince e chi perde? Perdono le associazioni di categoria, che avevano presentato un pacchetto di proposte però rimaste lettera morta. Vince il sindaco che ottiene il regolamento e mantiene le sanzioni accessorie, anche se al momento vaghe. Vince a metà anche il consiglio comunale, che smette di essere il bersaglio di ogni critica, sebbene debba ritornare sul tema fra sei mesi e abbia dovuto sacrificare la mediazione con i commercianti raggiunta in commissione (compresa la scatola nera). Possono ritenersi soddisfatti i residenti, perché finalmente ottengono il regolamento. I negozianti subiranno il pugno di ferro (che al momento però è molto teorico) e saranno tenuti a rispettare regole stringenti e a non poter fare musica esterna di notte. Ora se ne parlerà fra sei mesi e il rischio è che le polemiche ricomincino da capo.
LE REAZIONI
“E’ stato fatto un grande lavoro, è difficile conciliare diritti confliggenti come quello alla quiete e quello delle attività di intrattenimento. Questo è un buon regolamento che la città aspettava e potrà introdurre certezze sia per chi fa impresa nell’intrattenimento che per i residenti”, dice l’assessore Giovanna Marano.
“Questo regolamento scontenta tutti e non produrrà alcun effetto. Abbiamo presentato un sub emendamento che obbligherà l’amministrazione a portare il piano di zonizzazione fra sei mesi, pena la decadenza dell’atto. Abbiamo presentato inoltre un ordine del giorno che prevede la verifica ogni due mesi dell’efficacia del regolamento approvato. Rimaniamo convinti che il piano delle pedonalizzazione abbia inciso negativamente”, dice il capogruppo Fi Giulio Tantillo.
“E’ il peggiore regolamento che il consiglio comunale potesse approvare, non garantisce appieno i cittadini e penalizza anche i commercianti. In pratica il sistema Orlando: dire sì a tutti per non cambiare niente. Questo sistema che il consiglio ha trovato, cioè di applicare ormai in ogni regolamento la famosa dicitura ‘entro sei mesi’, rischia di far diventare questa città come Los Angeles”, ironizza Giuseppe Milazzo di Fi.
“Finalmente è stato approvato un regolamento che, sebbene non previsto per legge, darà all’Amministrazione uno strumento per arginare il fenomeno della “Movida”. Conciliare il diritto alla quiete con il diritto alle attività di svago è ed è stato un rompicapo. Ogni regolamento per essere efficace deve essere applicabile, deve prevedere uno strumento di controllo e quindi un sistema sanzionatorio. È chiaro che le sanzioni non sono rivolte a chi opera nel rispetto delle norme, ma a coloro i quali agiscono nell’illegalità”. Lo dice Tony Sala del Mov139.
“La risposta ufficiale ai nostri dubbi sulla validità del regolamento della movida è arrivata dai Dirigenti Comunali. Senza piano di zonizzazione il regolamento è a rischio di annullamento da parte del Tar. L’ennesimo flop annunciato di questa amministrazione comunale. Ormai siamo abituati a ricevere proposte di deliberazioni redatte dalla giunta che al vaglio del Consiglio risultano incomplete o illegittime, ma comunque inutili ed a volte perfino dannose per il comune e la comunità cittadina. Il gruppo del Pd ha scelto di fare emergere tutte le criticità di questo atto, che serve solo ad alzare una cortina fumogena sull’incapacità della Giunta di affrontare il tema della convivenza del diritto dei residenti ad avere notti tranquille con quello di chi la notte vuole divertirsi e da essa ricava i propri guadagni. I nostri emendamenti presentati da oltre sei mesi svelano tutti i pacchiani errori di un amministrazione in stato confusionale e che ha perso ogni contatto con la realtà. Infatti oltre ai soggetti storici, residenti ed esercenti, tra gli scontenti anche per il fatto di non essere stati ascoltati, si sono aggiunte le associazioni di categoria del commercio, artigianato e degli albergatori. Noi ci muoveremo nell’interesse della città, le parole d’ordine sono sicurezza, igiene, legalità”. Lo dice il capogruppo del Pd Rosario Filoramo.
“Il regolamento sulla movida, approvato ieri sera, assomiglia al capriccio di un monarca. Abbiamo dedicato sedute e mesi per un regolamento che non aveva neanche senso fare: il giusto sonno dei cittadini era e dovrebbe essere garantito dalla legge vigente, se sin qui non è stato fatto rispettare non capisco come possa farlo un regolamento. Mancavano i controlli e non sarà un regolamento, fotocopia della legge, a farli applicare. In pratica non cambierà nulla. L’unico vero successo, se così si può dire, è avere costretto l’amministrazione a dotare la città di un piano di zonizzazione acustica, questo sì obbligatorio per legge, che la città aspetta da venti anni”. Lo dice Filippo Occhipinti del Misto.
“Il regolamento sulla movida, approvato ieri dal consiglio comunale, riesce nell’incredibile intento di non accontentare nessuno e di scontentare tutti. L’amministrazione ha provato a tutelare la quiete dei residenti e i locali di intrattenimento, ma la coperta si è rivelata troppo corta finendo con lo strapparsi”. Lo dice il consigliere comunale del Pd Salvo Alotta.
“Esprimiamo soddisfazione per avere varato finalmente un regolamento atteso dalla cittadinanza. Un atto che darà un contributo concreto soprattutto alla disciplina di fattispecie che, sviluppatesi in un contesto di mero abusivismo, hanno finito per determinare seri problemi di ordine pubblico. Siamo consapevoli che è un primo passo verso una soluzione che non può non passare attraverso un controllo del territorio più efficace da parte delle forze dell’ordine. L’occasione è stata utile per fissare i termini per l’adozione anche del piano di zonizzazione, ennesima incompiuta del comune di Palermo che questa amministrazione e questo consiglio comunale si sono impegnati a risolvere entro i prossimi 6 mesi. L’adozione del piano di zonizzazione colmerà un vuoto normativo storico e doterà la nostra città di uno strumento di pianificazione efficace con refluenze anche nel nuovo Prg”. Lo dice Pierpaolo La Commare del Mov139.
“Non ho votato il regolamento sulla movida perché ritengo sia un strumento inutile, che non risolve il problema della quiete pubblica. Ancora oggi, in assenza dei controlli, chi esercita l’attività violando le regole continua imperterrito a fare musica amplificata in barba all’ordinanza del Sindaco e da domani in barba anche a questo ennesimo papocchio che ha prodotto il consiglio comunale. Una delle poche cose condivisibili delle ordinanze erano le sanzioni accessorie, che limitavano il disturbo al sonno dei residenti ma che con questo regolamento sono state cancellate. La commissione Attività Produttive era riuscita a fare sintesi con le associazioni di categoria, i residenti e i musicisti, ma il suo lavoro è stato vanificato per un regolamento che scontenta tutti. Mi auguro che entro sei mesi l’amministrazione porti il piano di zonizzazione acustica per rivedere l’atto”. Lo dice Paolo Caracausi (Idv), presidente della commissione Attività Produttive del comune di Palermo.
“L’attuale testo non risolve i problemi cittadini e a mio avviso è da considerarsi privo di reale consistenza. Non è stata accolta l’idea del Partito Democratico, in relazione al regime sanzionatorio, di applicare esclusivamente le sanzioni previste dalla legge, evitando così forme repressive non contemplate dalle disposizioni normative (va ricordato che in materia di sanzioni operano i principi di tassatività e riserva di legge). Il Mov139, invece, con un suo emendamento ha generalizzato il potere sanzionatorio accessorio, che sarebbe espressione dell’autonomia comunale. Emendamento che a mio avviso rischia non solo di creare disparità di trattamento (nel senso che la stessa sanzione accessoria potrà essere applicata indipendentemente dalla gravità della violazione), ma soprattutto demanda a una libera interpretazione degli uffici l’esercizio di questo potere repressivo. C’è anche da dire che lo stesso Regolamento non chiarisce tuttavia quali sarebbero le sanzioni accessorie, con conseguente rischio di azioni che possono vedere soccombente, come avvenuto in passato in casi analoghi, l’Amministrazione comunale. Da ultimo non può non osservarsi che dopo tre anni e mezzo, e dopo un ampio dibattito cittadino, il Comune di Palermo non ha ancora quegli strumenti di pianificazione territoriale e acustica indispensabili per garantire la qualità della vita e la salute degli abitanti”. Lo dice Nadia Spallitta del Pd.
“Prendiamo atto che il Movimento 139, ormai ridotto a venti consiglieri su cinquanta, ha approvato un regolamento che, come un cibo preconfezionato, scadrà tra sei mesi e ciò nonostante gli stessi uffici amministrativi abbiano affermato che non esistesse alcun vuoto normativo da colmare tale da giustificare un simile comportamento, se non quello creato dalla stessa amministrazione che, in linea con le precedenti, continua a violare l’obbligo di legge di dotare la città di un piano di zonizzazione acustica. Ci troviamo davanti a un regolamento spalmato indistintamente su tutto il territorio comunale, senza certezze per residenti ne gestori, con il grande punto interrogativo delle sanzioni accessorie che sono contemplate ma non descritte, segno evidente che in questo momento l’amministrazione e gli uffici competenti stanno navigando a vista senza una rotta precisa,sanzioni oltretutto che andavano oltre quelle previste dalla normativa, le stesse fatte valere illegittimamente in tutte le ordinanze che si sono succedute. Riteniamo grave che l’amministrazione della quinta città d’Italia riesca a far approvare, e a minoranza per giunta, norme a cadenza semestrale in un settore nevralgico per l’economia e vitale per i residenti, avendo esaurito lo strumento delle ordinanze ma volendo mantenere l’emergenza e la confusione. Da parte nostra, come anticipato nei giorni scorsi, attiveremo i nostri legali perché sia ancora una volta un giudice a stabilire la legittimità di questa norma e il conseguente comportamento di chi l’ha presentata e approvata”. Lo dice Marcello Robotti, Vicepresidente di Vivo Civile.
“Questo regolamento non cambia nulla, ci dispiace che le associazioni di categoria non siano state prese in considerazione e che sia stato praticamente rifiutato l’aiuto di chi vuole tutelare gli interessi delle imprese, parte direttamente coinvolta e fondamentale. Questo testo si basa su un’ordinanza che avrebbe già dovuto puntare da tempo al contrasto agli abusivi. Ci ritroviamo invece a fronteggiare sempre gli stessi problemi e l’unico risultato che si riesce ad ottenere è quello di ostacolare chi fa impresa onestamente”. Lo dice il presidente di Confartigianato Nunzio Reina.
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06 Novembre 2015, 15:20