14 Febbraio 2024, 06:01
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PALERMO – Prima il confronto tra le opposizioni, poi quello con la maggioranza e infine, venerdì, il voto definitivo in Aula. Il nuovo regolamento sulla movida, a Palermo, sembra ormai a un punto di svolta: dopo mesi di stallo e trattative, complici i fatti di cronaca e la pressione mediatica, il consiglio comunale ha deciso di premere il piede sull’acceleratore.
Ieri la conferenza dei capigruppo, allargata ai presidenti di commissione, ha stabilito il percorso che porterà a riprendere i lavori ormai a un punto avanzato: chiusa la discussione generale, si è già passati a votare i vari emendamenti. La novità è che non bisognerà ricominciare da capo, infatti le modifiche proposte dal Comitato per l’ordine e la sicurezza potranno essere inserite nei sub-emendamenti, come ha confermato il Segretario generale. “Speriamo di chiudere la pratica già venerdì”, dice il presidente del consiglio Giulio Tantillo.
Il punto, però, è trovare l’accordo sulle modifiche. “Questo regolamento non è di maggioranza o di opposizione ma di tutti – spiega il presidente della commissione Attività produttive Ottavio Zacco – e per questo è necessario trovare una sintesi complessiva, arrivando a fare in modo che le modifiche siano condivise”. Più facile a dirsi che a farsi, in realtà, perché le proposte sui tornelli, sui biglietti nominativi, sui metal detector, sugli orari (fino all’una nei giorni feriali, alle due nei festivi a meno che non siano discoteche) fanno già discutere.
“C’è troppa confusione sul tema e probabilmente si sono create aspettative troppe alte rispetto a quello che può fare un regolamento – attacca Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo -. Corriamo il rischio che si privatizzi la gestione dell’ordine pubblico, tentando ad esempio di delegare ai gestori delle discoteche compiti non di loro pertinenza e approvando regole a fortissimo rischio di risultare illegittime e che verrebbero applicate solo a Palermo. Il regolamento movida dovrebbe piuttosto limitarsi a regolare la convivenza fra residenti e attività serali e notturne, obiettivo già ambizioso”.
Le questioni irrisolte sono molte: i privati non possono chiedere documenti di identità, dovrebbero affrontare ingenti investimenti in tempi brevissimi e si ritroverebbero a gestire questioni spinose, come nel caso in cui un metal detector segnali che qualcuno è armato. Per non parlare del fatto che i sistemi nazionali per l’acquisto di biglietti, in caso di spettacoli, non sarebbero adeguati a regole che varrebbero solo in città.
“Ritengo che i suggerimenti della Prefettura siano un corretto spunto dal quale debba partire la discussione politica sui temi – dice invece Leonardo Canto di Lavoriamo per Palermo – stante che provengono da organismi istituzionalmente deputati al controllo del territorio ed in possesso di informazioni e dati utili a comprendere le questioni trattate e suggerire alla politica soluzioni adeguate”.
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14 Febbraio 2024, 06:01